Chi non conosce la Tunisia non può rendersi conto di quanto la situazione sia caotica, difficile, e di quanto l’integralismo islamico più radicale voglia a tutti i costi impossessarsi del potere, nonostante i Salafiti siano invisi alla maggior parte della popolazione.
Se nel processo di islamizzazione della regione che tanto piace all’Iran anche la Tunisia cadesse, dopo resterebbero solo Algeria e Marocco, e il progetto andrebbe in porto. A farne le spese le donne, prima di tutto. Soprattutto quelle che lottano.
Amina, componente delle Femen, rea di essersi mostrata a seno nudo, è stata arrestata dalla Polizia, mentre i salafiti restano asserragliati nella moschea di Kairouan, mentre la Tunisia è ancora devastata da violenti scontri, mentre tutto rimane come prima, quando tutto deve cambiare.
Amina ha 19 anni, sono i giovani il motore del paese, pagherà le colpe degli altri in un paese che sotto una dittatura aveva garantito parità di diritti a donne ed uomini, una parità reale, e che ora in quella che chiamano democrazia i diritti li toglie e mette in galera le donne che protestano.
L’hanno picchiata in due, dopo la sua prima protesta, cugino e zio, il padre li ha fermati quando ormai gliene avevano date a sufficienza, doveva pur mostrarsi buono. L’hanno tenuta in casa a suon di psicofarmaci. Le facevano leggere i testi sacri cari ai Salafiti, quelli che lei combatte con le sue gesta.
Sentiremo ancora parlare di lei, temiamo non saranno le notizie che c’aspettiamo.
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