Se le danno di santa ragione nel PD, e i mal di pancia cominciano ad avere un nome e un cognome. Mentre Civati è furioso, e non la smette di dichiararlo, date un occhiata al suo blog, con affermazioni coraggiose e chiare come “Soprattutto perché il governo, di ora in ora, si irrobustisce, e il governo di scopo sta diventando un governo di scopone (scientifico). Un governo politicissimo, basato sulla collaborazione Pd-Pdl, senza scadenza, non a caso presieduto dall’ultimo dirigente del Pd che non si è dimesso (perché eletto dall’assemblea, ma non solo). Le cose, dal mio punto di vista, stanno peggiorando, come cerco di spiegare oggi in un’intervista al Piccolo (evidentemente, non l’hanno letta)”.
Anche da Ignazio Marino arrivano parole durissime, come riportato da Repubblica, “il PD è un apparato di dinosauri”, ed è francamente è difficile dargli torto. Il problema dentro al PD non è più solo politico, è generazionale. Scalpitanti trentenni e quarantenni di valore (pensiamo a Civati, Giuntella, Renzi) per dirne alcuni, devono lasciare il posto alla gerontocrazia legata a vecchi equilibri di potere ormai inutili, ma soprattutto, paralizzanti.
Enrico Letta, l’acqua cheta, è il nuovo premier incaricato che, zitto, zitto, ha accettato l’incarico “con riserva” e che se salta l’accordo anche stavolta e non se ne fa nulla, ne uscirà con le mani pulite. Perché lui era il “vice”.
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