”Una regolazione moderna delle convivenze stabili tra omosessuali è un elemento di civismo, che un governo deve affrontare. È chiaro che se la questione non verrà risolta da questo governo toccherà a noi farlo (…) Terrei fuori dal dibattito la parola matrimonio, che da noi comporta una discussione di natura costituzionale, al contrario di altri Paesi” (Che costituzione ha letto? ndr).‘
‘Tuttavia dobbiamo dare dignità e presidio giuridico alle convivenze stabili tra omosessuali perché il tema non può essere lasciato al far west”.
Parrebbe un’apertura quella del segretario che perde mezzo milione di voti ogni volta che apre bocca (e infatti prima delle amministrative è stato zitto e si sono visti i risultai), parrebbe addirittura una svolta verso temi di sinistra dopo anni di rincorse verso destra. Insomma, Bersani, a parte le consuete sviste sulla Costituzione, che non è proprio il suo forte, diciamo, sembra proprio essere sulla strada per diventare un leader di partito che decide.
Se fosse così sul serio si potrebbe anche stare un minimo tranquilli, ma dato che nel PD non comanda Bersani, ma la Bindi e D’Alema, dato che la parte cattolica del partito punterà i piedi come sempre, per una volta, invece di dire cose che poi la gente ci potrebbe anche credere (complicato, con tutte le porcate fatte negli ultimi dieci anni), proviamo a stare con i piedi per terra e costruire un consenso alle politicamente opportune aperture del segretario del PD.
Un interessante commento sulla questione di Andrea Benedino, del coordinamento nazionale di Equality Italia, rete trasversale per i diritti civili, di cui è tra i fondatori, è raggiungibile a questo link.
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