Avevano detto sì, ma poi numerosissime lettere giunte da privati cittadini, organizzazioni, religiosi e chissà quanti altri, hanno convinto le autorità moscovite a impedire di nuovo la manifestazione del Gay Pride
che era stato autorizzato per il 28 maggio. Non serve a nulla la risoluzione del Tribunale Europeo dei Diritti dell’Uomo. Il Gay Pride non passerà, dissero. E fino ad oggi mantengono la parola data.
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