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I Nuovi Barbari e l’Ordine della Nuova Barbarie

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di Daniele Santi

E’ l’Huffington Post a ricordare un’intervista del 7 ottobre a Maurizio Molinari, ex direttore di Repubblica il quale, con il consueto acume, commentava il primo anniversario del pogrom di Hamas: “L’unico modo di Israele di ripristinare la deterrenza è colpire e indebolire direttamente l’Iran […..]. Le organizzazioni terroristiche che fanno riferimento all’Iran non sono obbligate a rispettare alcuna legge internazionale, sono non statuali, quindi hanno un vantaggio gigantesco”. Il riferimento di Molinari era a Hamas, Hezbollah, Jihad Islamica, Kataib Hezbollah, Houthi: le organizzazioni terroristiche che stanno facendo quello che vogliono in Medio Oriente. Con una seria ipoteca sulla vita della popolazione presa in ostaggio in nome di una libertà che nessuno ha ancora visto.

Continua l’Huffington Post citando ancora Molinari: “Il fine è obbligare l’Iran a fare un passo indietro [….]. Da qui l’ipotesi che l’Idf colpisca non solo obiettivi economici ma anche l’arsenale balistico iraniano”. Poi Molinari andava oltre affermando che “Hamas, Houthi ed Hezbollah, senza le armi, i fondi e l’addestramento degli iraniani, sarebbero destinati a diluirsi fino a sparire”.

Fin qui l’analisi geopolitica basata sulla conoscenza dei fatti, sulle dinamiche degli stati e sugli accadimenti degli ultimi anni, una spirale di follia crescente che dagli anni ’90 in poi ha lasciato spazio alla crescita incontrollata di una nuova barbarie in attesa che fossero sufficientemente cresciuti i nuovi barbari con capacità di imporla come una sorte di nuovo ordine mondiale. Oggi i nuovi barbari ci sono: sono ricchissimi, potentissimi, sconsiderati; sufficientemente popolari per manipolare la gente come vogliono, sufficientemente scaltri per imporre leggi che zittiscano gli oppositori che si accorgono di ciò che stanno facendo.

Così mentre Iran e Israele distruggono le rispettivi capitali (400 morti e un migliaio di feriti, dati di organizzazioni non governative), gli attacchi si moltiplicano e si intensificano, scopriremo anche stavolta che proprio come la guerra di Gaza non è servita a disinnescare Hamas o fare cadere il regime degli Ayatollah, l’attacco di Netanyahu non butterà giù il regime. Poi ci sono le acrobazie verbali di Trump che vedrebbe bene Putin come ambasciatore di pace in un nuovo delirante messaggio lanciato agli Stati Uniti nel solito eccessivo comunicare ottimismo fuori luogo.

Così si lascia sullo sfondo l’Onu, lo si definisce fiacco, indeciso, inutile, colluso con Hamas, e chissà come si pensa possa servire un organismo perennemente strangolato da veti incrociati di paesi che sono gli stessi ad accusarlo di immobilità, rifiutando contemporaneamente di cambiarne le regole, riformandolo. Gli stessi che alle riforme dell’Onu preferiscono la politica delle bombe dei rambo de noantri che non hanno la capacità di perforare il terreno al punto da arrivare alle installazioni nucleari iraniane, che stanno trenta metri sottoterra.

In mezzo al guado i popoli del mondo che non sanno più dove guardare. Tutto è diventato così assurdo e così poco leggibile che tutti hanno capito l’unica cosa comprensibile: e cioè  lo scenario peggiore, proprio in quanto impossibile, è diventato palpabile come se stesse lì, dietro l’angolo con i Maggiori Imbecilli (in senso militare) sono schierati uno di fianco all’altro e nessuno di loro, nessuno, ha la capacità o l’intelligenza – a sapere cos’è questa sconosciuta – di dirigere il traffico mondiale verso la costruzione di una pace duratura invece di continuare ad omaggiare la loro sconfinata avidità.

 

 

(15 giugno 2025)

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