di Giovanna Di Rosa
C’era una volta un centro in Albania, inaugurato [sic] con gran spolvero e supremo incazzo persino dei cittadini albanesi, costruito con casette metalliche (che si presumono gelide d’inverno e torride d’estate), per meglio dire container con finestrelle che dovevano servire ad arginare la pericolosa carica di migranti famelici e fors’anche puzzoni che stavano invadendo l’Italia governata da Sua Maestà Meloni nuova Sovrana del neo istituito Regno d’Italia e d’Albania.
C’era una volta un racconto che si vendeva al popolo che già l’aveva votata credendole, che veniva gridato al popolo in una sola parola, scelta che stupiva in una donna la cui logorrea è pari alla potenza dei suoi decibel a sua volta proporzionali al grado di indignazione sofferta denunciata dall’ingrossamento della giugulare. La parola era F U N Z I O N E R A N N O, ma era quella sbagliata. L’espressione verbale corretta doveva essere: si svuoteranno.
Pochissimi arrivarono colà: per colpa dei giudici, è la storiella venduta ai gonzi, in realtà perché colà non ci possono andare. Serviva così un teatrino fatto di navi militari semivuote il cui equipaggio superava in numero di almeno quattro volte i pericolosi criminali travestiti da migranti che venivano trasportati (vestiti tutti uguali) in luoghi dove rimanevano poche ore per poi essere nuovamente trasportati in Italia. Il governo regnante – ricordatevi che le destre non governano, regnano, e hanno sempre ragione, soprattutto quando hanno torto – inaugurava nuovamente così la tradizione pentastellata a guida Di Maio dei taxi del mare, mancavano i comfort, ma la domotica viene riservata ai propri uffici. Ed è sempre Di Maio ad insegnarlo.
Oggi, dopo un miliardo di euro a puttane e dopo molte parole spese a beneficio del vento, dopo manifestazioni dei cittadini albanesi delle quali gli strilloni da video genuflessi al governo si sono ben guardati dal dare notizia, con il presidente Rama sotto elezioni (e non molto popolare, dicono da quelle parti) Sua Maestà Meloni nuova Sovrana del neo istituito Regno d’Italia e d’Albania ha una nuova passione – si chiama Trump – e si è autoinvestita del ruolo di colei che salverà l’Europa dalla furia dei dazi della follia al potere negli USA. Non lo dice lei, lo fa dire a Italo Bocchino (che lo direbbe anche da solo) e tutti sapete che Italo Bocchino è verità pura: finché non cambia idea. Come succede a tutti.
Così di scendiletto in scendiletto, ai piedi di una presidente del Consiglio data per dispersa che pare, lo dicono le pericolose malelingue comuniste che colonizzano da decenni il parlamento italiano (non so se ve ne siete mai accorti), non si presenti in parlamento da diverso tempo, nemmeno per dire buongiorno – tanto ci sono le favolose chat di Fratelli d’Italia dove ci si saluta e ci si onora) – ora ci sono altre priorità, bisognare compiacere Trump…. Scusate bisogna sottostare a Trump…. Scusate bisogna contrastare Trump in linea con l’Unione Europea e se si può dare qualche calcio nei denti a Macron – l’abilità di questa donna di scegliersi amici e nemici è stupefacente – ben venga. L’Albania torna a essere la sorella in carrozzina del film con Bette Davis, i migranti gentaglia pericolosa che prima o poi verrà rinchiusa – e se non succederà è colpa dei giudici – e Meloni viaggia sulla nuvoletta che si è costruita lontana dai problemi di noi gentaglia, che abbiamo addirittura scelto di scrivere per vivere.
E magari i centri in Albania sono piedi, strapieni, ultrapieni e nemmeno lo sappiamo.
(28 febbraio 2025)
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