di Vittorio Lussana
Mancano pochi giorni alle votazioni per eleggere il nuovo presidente della Repubblica, che inizieranno ufficialmente il prossimo 24 gennaio. Si tratta di un’elezione di secondo grado, che avverrà con il parlamento in seduta comune, a cui si aggiungono i rappresentanti delle Regioni.
Ecco cosa prevede la procedura parlamentare: i grandi elettori chiamati a eleggere il capo dello Stato sono 1009 persone: i 315 senatori della Repubblica, a cui si aggiungono 6 senatori a vita, 630 deputati e 58 delegati regionali, 3 per ogni Regione a eccezione della Valle d’Aosta, che ne manda uno solo. Per essere eletto, il presidente della Repubblica deve raggiungere, nei primi tre scrutini, il quorum dei due terzi dei componenti dell’Assemblea, vale a dire 673 voti. Dal quarto scrutinio in poi, basterà la maggioranza assoluta dei votanti, quindi 505 su 1.009. Al momento, nessuno schieramento ha i numeri per riuscire a eleggere da solo il presidente, neanche quando il tetto si abbassa dopo il quarto scrutinio.
Oltre ai Partiti di centrodestra e centrosinistra, ci sono da considerare forze che potrebbero giocare un ruolo di ago della bilancia e che, al momento, non si collocano in uno dei due principali schieramenti. Terminata la votazione, si procede allo spoglio delle schede, che vengono lette dal presidente della Camera dei deputati, affiancato da quello del Senato della Repubblica. Quindi, i segretari procedono al computo dei voti e alla stesura del verbale, dopodiché il presidente della Camera dei deputati proclama il risultato.
In caso di esito positivo, immediatamente il presidente della Camera e quello del Senato si recano dall’eletto, per comunicargli l’avvenuta elezione e il verbale della seduta. Una volta eletto, il neo-presidente non entra subito in carica: occorre attendere la cerimonia di giuramento e d’insediamento. Questa avviene con la partenza del presidente eletto dalla sua residenza, insieme al segretario generale della Camera dei deputati, Fabrizio Castaldi. Il nuovo capo dello Stato, giunto in piazza Montecitorio, entra in aula per il giuramento di fronte al parlamento riunito in seduta comune, ai delegati regionali e ai componenti del Governo, a cui rivolge un messaggio.
Al termine del discorso, accompagnato dal presidente del Consiglio, il nuovo capo dello Stato lascia Montecitorio e si reca all’altare della Patria, per rendere omaggio al milite ignoto. In seguito, raggiunge Palazzo del Quirinale a bordo della storica Lancia Flaminia, scortato dai Corazzieri a cavallo. Nel cortile del Palazzo, riceve gli onori militari e, infine, entra nel palazzo, dove avviene il passaggio di consegne con il suo predecessore.
(21 gennaio 2022)
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