di P.M.M., #lopinione
Siamo dunque completamente avvolti nella nebbia leghista della legittima difesa per decisione di Salvini, ora anche nei panni di pubblico ministero, ispirato evocatore di un nuovo istituto giuridico chiamato “leghistima difesa”, di probabile ma non certa ispirazione neo illiberale, ma di certa suggestione già bossiana, già padana, già separatista, già razzista, già antimeridionalista, già antiproibizionista, già comunista, in ultima analisi soltanto pallida pantomima di un ridolini paralitico.
La “leghistima difesa” è stata prontamente applicata nei confronti della tristissima, e sempre più triste e vergognosa, vicenda di Voghera: marocchino morto ammazzato e omicida per “eccesso di legittima difesa” che cambia versione spesso, secondo le cronache, prima con la pistola che spara da sola, poi col testimone, coi testimoni, che lo vedono sparare, poi la vox populi (vox dei) che lo vuole notoriamente pronto con il colpo in canna gironzolando per Voghera, poi chissà cosa verremo a sapere nei prossimo giorni…. Certo ne faremmo anche a meno.
La “leghistima difesa” salviniana se n’è uscita nelle scorse ore con l’ennesima perla ad uso popolino leghista intriso di odio e ignoranza razzista: se il morto ammazzato fosse stato espulso non sarebbe morto (“Se a Voghera quel signore che purtroppo è morto fosse stato espulso dopo i reati che aveva commesso, come avrebbe dovuto essere espulso, oggi piangeremmo una vittima di meno”, cit. ANSA) ergo è stata il suo rimanere in Italia a fargli incontrare la morte. O, ipotesi ancora più perversa, è morto perché i governi maramaldi – negli ultimi anni la Lega di Salvini ha fatto parte di quasi tutti quei governi che ora il segretario incolpa, nel Conte Uno Salvini era ministro degli Interni con, presumibilmente, poteri sulle espulsioni – non lo hanno deportato.
Dunque, secondo la “leghistima difesa” la responsabilità della morte del 39enne marocchino non è di chi ha sparato, ma delle autorità che non l’hanno espulso. Capito la logica?
(25 luglio 2021)
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