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Perché la cattiva amministrazione di Virginia Raggi continuerebbe ad essere un male per i romani e per gli italiani #iolapensocosì

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di Marco Biondi, #iolapensocosì

In un popolare programma radiofonico dello scorso 9 Giugno, il conduttore si è lasciato andare ad un commento che mi ha meravigliato. Da lui, il famoso ed esperto Linus, non me lo sarei aspettato. Raccontando le immagini della bomba d’acqua che aveva colpito Roma il giorno prima, ha detto: non può essere colpa di una sola persona. Povera Virginia Raggi, se la prendono tutti con lei, ma è evidente che le responsabilità non possono essere addebitate sempre solo al Sindaco.

Anche se c’è un fondo di verità, tocca ritornare su queste affermazioni per spiegare perché le contesto, almeno per quanto riguarda il caso specifico di Roma. Non vorrei dilungarmi troppo nel ricordare cosa è successo in questi 5 anni, ma alcune cose sono necessariamente da non dimenticare. La frase “è tutto bellissimo” la Raggi l’ha pronunciata dopo aver avuto un risultato elettorale eclatante. I cittadini avevano scelto il cambiamento e Virginia Raggi con il suo Movimento 5Stelle, ha ottenuto la fiducia di milioni di romani.

Ma questa fiducia su cosa si basava? Non di certo su esperienze, competenze o risultati pregressi. Nessun grillino aveva mai guidato una città, ma non solo la capitale d’Italia, nemmeno un condominio. Le promesse fatte in campagna elettorale erano fondate sul proposito di fare pulizia di un sistema di corruzione che, secondo loro, aveva depredato i cittadini romani, devastato il bilancio della città, privato la sua cittadinanza di un livello di servizi adeguato. Bastava quindi, sempre secondo loro, rimettere mano alle scelte dell’amministrazione per poter tornare a dare lustro alla città. E questa promessa si basava sull’aver partecipato, dall’opposizione, all’assemblea eletta solo un paio di anni prima, quando vinse Marino e la sua giunta di centro sinistra. Giunta poi sciolta d’iniziativa dello stesso PD, in quanto era venuta a mancare, evidentemente, la fiducia nel sindaco sostenuto in precedenza, quando bisognava, anche allora, modificare buona parte delle scelte ereditate da 10 anni di giunte di centro destra, poi abbondantemente inquisite e condannate.

Questo per dire che quello che si promette in campagna elettorale ha un valore, un peso.

Se avessero detto ai romani “noi ci proviamo, cerchiamo di capire cosa c’è di sbagliato e proviamo a porvi rimedio”, il discorso sarebbe stato diverso. Ma affermare che loro sapevano come sbloccare miliardi di fondi che avrebbero risolto i problemi di Roma, era una affermazione molto forte, non discutibile. E i romani ci avevano creduto. Si è capito subito che era un bluff. Che non avevano la più pallida idea di dove mettere le mani. Ma non parlo di come risolvere i problemi, parlo di come si fa ad amministrare una città. Ripeto, una città qualsiasi, non solo Roma, all’apice della complessità immaginabile, quindi sfida ancora più impegnativa.

Ecco che adesso posso spiegare gli errori, clamorosi, commessi da questa consigliatura.

Si sa che Roma ha due problemi sopra gli altri: nettezza urbana e traffico, quindi trasporto pubblico. Virginia Raggi si è (in)colpevolmente battuta (?) perché nulla cambiasse nella
gestione delle due municipalizzate Ama e Atac
, dicendo il contrario. Ha cambiato più volte dirigenti, ma solo perché non cambiasse nulla nella gestione. E infatti i problemi che esistevano 5 anni fa, adesso si sono semplicemente aggravati.
Si è opposta al referendum che avrebbe consentito al Comune di appaltare il servizio di trasporto urbano anche a società esterne, creando così le condizioni per obbligare Atac a ristrutturarsi per riuscire ad erogare i servizi a livello di decenza. Raggi ha prima ostacolato il referendum, poi ha invitato i romani e disertarlo. E così è stato.

Per Ama ha sempre rifiutato un dialogo costruttivo con la Regione, si è opposta a qualsiasi soluzione proposta per lo stoccaggio e lo smaltimento dei rifiuti. Dopo aver impostato una campagna elettorale all’insegna dell’ecologismo, è riuscita a creare le condizioni per ridurre la percentuale di riciclo dei rifiuti urbani. Non solo Ama continua a ritirarli con ritardo (imbarazzante l’immagine delle buste di immondizia trasportate dall’acqua che ha inondato la città), ma quelli che ritira, poi li smaltisce spedendoli all’estero o in altre regioni, con costi allucinanti e danno ecologico mentre i romani pagano la TARI più cara d’Italia.

A proposito delle immagini che girano per il mondo social, l’erba non tagliata e che inonda strade e marciapiedi è ulteriore esempio di incapacità. Avrebbe dovuto curarsene Ama, fino a qualche mese fa, e non l’ha fatto. Poi il Comune si è deciso ad affidarlo ad un’altra impresa. Peccato che il bando fosse sbagliato e così l’erba continua a non essere tagliata. Perché il Comune continua a fare bandi sbagliati e i servizi restano al palo.

Inutile meravigliarsi delle strade inondate dall’acqua. Senza pulizia dei marciapiedi e degli scarichi, l’acqua inonda e trascina anche i contenitori dell’immondizia e i sacchi abbandonati. Senza parlare degli innumerevoli cantieri aperti. Aperti da anni e immobili. Hanno bloccato tutto, ma poi non hanno sbloccato nulla. E i romani continuano a fare gimcane su cantieri mai finiti, senza che nessuno stia lavorando per finirli.

Per fortuna non sono stati in grado di progettare nulla di nuovo. Perché avremmo nuovoicantieri, fermi, che si sarebbero sommati a quelli vecchi, fermi anche loro. E pensare che lei, Virginia Raggi, ha sempre richiesto poteri speciali e fondi, ma non ha voluto partecipare ai tavoli per Roma che, ai tempi del governo Renzi, Carlo Calenda aveva organizzato per cercare di trovare soluzioni condivise per risollevare la città.

Inutile ricordare che il PD era il nemico e non ci si poteva avere a che fare. Quindi no a Calenda, MISE, no a Renzi, no a Zingaretti (Regione Lazio)In realtà Raggi è stata ostaggio di un partito che in cinque anni si è liquefatto. A livello cittadino troppi sono stati i blocchi e i veti che hanno paralizzato la gestione. Tra dimissioni, carcerazioni, e abbandoni, il partito che ha vinto le elezioni è scomparso. I residui sono rimasti attaccati alla Sindaca, che però non ha più la maggioranza in consiglio e nemmeno in molti municipi. 

Anche la decisione di ricandidarsi sembra assurda, ma nasconde un piano terrificante.Lei sa che non arriverà mai al ballottaggio, ma, contando sul fatto che lei spera che al ballottaggio possa arrivare il candidato del PD, punta a barattare i suoi voti con altri posti di potere, per riuscire ad avere qualche assessorato e, magari, un vice sindaco. Perché oggi “il vento è cambiato” e il PD adesso va bene. Obiettivo? Rimanere dove si è e incompetenti come si era. Perché, nonostante 5 anni di governo, di competenze acquisite ancora non se ne può parlare.

Ai romani dico di votare con saggezza guardando al rischio enorme di avere questi incapaci ancora in giro per altri 5 anni a fare danni. Direi che anche basta, no?

 

(11 giugno 2021)

©gaiaitalia.com 2021 – diritti riservati, riproduzione vietata

 





 

 

 

 

 

 

 




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