di Samuele Vegna
Abbiamo tuttə presente che cos’è la libera espressione. O forse no?!?
Al tramonto dell’estate 2025 mi sono ritrovato con un soggetto che viene spesso ricondiviso in un gruppo chiamato, erroneamente, perché magari “il direttore” pensava di fare veramente quello, ovvero “Informazione corretta in tempo reale da Israele, 24/7, gratuita per sempre”.
Sembra essere normale dire che qualcosa è corretto perché non ha filtri, che qualcosa è libero perché è corretto, ma qui la matrice sembra chiara: propaganda del governo al potere in Israele.
Parlo di un gruppo che conta circa diecimila membri e si raggiunge solo tramite il link che io vi ho inserito, e si scoperchia il vaso di Pandora quando vi si ritrovano i video di un noto influencer tramite alcuni reel che pare sia un amico dell’amicone Matteo Salvini, vincitore del premio miglior amico di Israele, come ricorda qui Il Manifesto. Avevo tempo stanotte e stamattina, così ho controllato per bene dentro questo gruppo qui, che tra l’altro i soliti gossippari senz’arte né parte vogliono gestito da una nota testa coronata con un paio di precedenti, e mi sono chiesto – e ora lo chiedo a voi – che cosa ci sia di corretto nel manipolare informazioni allo scopo di fare apparire le attuali scelte geopolitiche di Israele non come una minaccia, ma come legittime azioni di un semplice Paese democratico che si difende, non si sa contro quale esercito visto che Gaza è distrutta e sotto le macerie ci sono mezzo milione di persone, oppure facendo dire ai vari influencer di turno – ricondivisi a manetta – che è Gaza a non voler ricevere aiuti.
Parlo di un canale Telegram dove viene raccontato molto bene che i giornalisti palestinesi sono nazisti e terroristi, così è giustificabile il loro omicidio da parte di un regime totalitario come è diventato Israele. Per di più utilizzando un linguaggio triviale ed elementare così da farsi capire anche “da chi non ci capisce un cazzo” [cit.].
Seguono messaggi (fissati) di incoraggiamento che ricordano molto il linguaggio di mussoliniana memoria :
il bicchiere è mezzo pieno. 700 giorni fa io e Michael Sfaradi eravamo soli. Ora, pur se gocce nel mare disperse nella melma della disinformazione, emerge in maniera sempre più chiara e definita un fronte della Resistenza, un fronte del Buon Senso: Israele Senza Filtri ha aperto la strada, Free4Future parallelamente, in Italia, si strutturava, Israele News rilanciava, elaborava, diventava a sua volte motore autonomo in grado di generare dibattito, Lion Udler con le sue analisi instancabilmente offriva uno sguardo multidimensionale sul conflitto, le associazioni Italia-Israele diventavano presidi a tutela dei territori dalle incursioni squadriste dei fascisti rossi, Progetto Dreyfus metteva a disposizione esperienza e competenza.
Abbiamo supplito all’incompetenza e alla codardia delle istituzioni. E ora si vedono i frutti: Il Riformista, il Tempo e decine di personalità – giornalisti indipendenti, influencers, intellettuali, artisti – dicono di no all’odio, alla propaganda, alla disinformazione.
Queste gocce, unendosi, stanno diventando un mare.
Potete starne certi: combatteremo fino alla fine, senza cedere un solo metro. I muri di omertà e menzogna cadranno. L’ultimo assalto è quello decisivo.
Poi possiamo aggiungere, in ultimo ma non per ultimo, perché manca sempre la ciliegina sulla torta, che ci sono messaggi di richieste di aiuto da parte del popolo palestinese che vengono criticati dal “direttore” la cui linea editoriale è evidentemente quella di far credere al lettore che non c’è malnutrizione ma solo manipolazione delle informazioni da parte di Hamas. Un punto di vista condiviso da diversi organi di informazione non solo ufficiali.
Insomma, ci sono poi associazioni che in silenzio dicono di costruire aiuti nonostante ogni ostacolo, ma sono parte, emanazioni, anche loro, di tutto il resto che è così abile da cercare di darcela a bere come se fossimo scemi. La realtà è che questa guerra deve finire: abbiamo necessità urgente di medici che certifichino ragazzi e ragazze di vent’anni, oramai uomini e donne, che devono uscire di lì per malnutrizione, per non morire di ipotermia e di fame o sotto le bombe lanciate di continuo dai droni sulle case dei civili.
Gaza è oramai un campo di sterminio legalizzato (da Netanyahu) dove vengono sistematicamente uccise le persone, soprattutto viene mirato e bombardato chi documenta la situazione ad allungare la lista nera di chi dalle sue tragedia passate non ha imparato nulla. Ad ognunə la scelta da quale parte della Storia stare. A me, parlo per me, il diritto di gridare “Palestina Libera” non me lo toglie nessuno.
(5 settembre 2025)
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