di Daniele Santi
Ci sono numeri che potrebbero anche far pensare di sommarli, perché tanta è la fascinazione dei numeri non necessariamente primi, e addirittura contribuirebbero a rafforzare l’idea di un’unità basata se non proprio sugli intenti – perché gli intenti bisogna trovarli – almeno sulla matematica.
Certo con questi menti semplici usate come schiacciabottoni non ci si aspetta una simile scienza, tutta via proviamo a vedere prendendo ad esempio l’ultimo sondaggio Pagnoncelli, istituto che non privilegia il centrosinistra per missione, diciamo così.
Fratelli d’Italia è stimato al 28,2%, la Lega all’8,5%, Forza Italia all’8,4% e Noi Moderati trionfa con il suo 1,1%. Ne deriva che il centrodestra nel suo insieme raggiungerebbe così il 46,2%.
Se il Partito democratico al 21,1%, il Movimento 5 stelle al 14,3% e l’Alleanza Verdi-Sinistra al 5,8% con +Europa al 2,2%, decidesse di piantarla di litigare e vedesse che la gamba di centro che il PD vuole costruire al suo interno c’è già e vale tra Italia Viva (2,2%) e Azione (2,6) il 4,8% dei voti scoprirebbe anche che il totale di tutti questi voti arriverebbe al 48,2%. Che farebbe della coalizione quella vincente. Almeno nelle intenzioni di voti. Che in un mare in tempesta dà comunque soddisfazione.
E non è che si voglia insegnare la matematica in un paese in cui, dall’avvento dei vari Di Maio e Di Battista, complice un grillo, si è scoperto che 1+1=3 e che il Pil viene calcolato a seconda delle stagioni e sulla base dell’accensione o meno dei condizionatori.
(27 luglio 2025)
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