Se qualcuno pensava che la performance più esilarante che Pino Insegna potesse offrire è il suo esibirsi seriosamente come presentatore, cercando disperatamente di apparire simpatico senza riuscirci, troppo impegnato a controllare i toni bassi della sua voce indimenticabile, ebbe sappia che Pino Insegno sa andare molto oltre ciò che noi possiamo pensare di lui, noi che non solchiamo le sue alte vette.
Facci ridere, condotto da Pino Insegno e Roberto Ciufoli (perché il vero italiano si porta sempre dietro l’amico del cuore) sarebbe l’ennesima gara tra talenti [sic] che si esibiscono tra varie bizzarrie ma nessuno si sarebbe aspettato che il programma offrisse la performance di tal Ruttovibe, giù una specie di moloch su Instagram con 800mila followe dunque senza nessun bisogno di portarlo a ruttare in televisione in uno show pagato con soldi pubblici. Considerando come Insegno rideva deve avere apprezzato, agli spettatori è piaciuto meno. Insomma l’egemonia culturale della destra [sic] si manifesta a suon di rutti?
Per fortuna poi si tagliano puntate di Report. Così mentre c’è chi ha già definito Facci Ridere “uno dei programmi più brutti della storia di Viale Mazzini” (Aldo Grasso sul Corriere), con la solita caciara in Vigilanza Rai, con Dolores Bevilacqua del M5S che non ha perso occasione per ricordare il legame fra Pino Insegno e la premier Giorgia Meloni.
Insomma fatta fuori l’egemonia comunista [sic], la nuova cultura delle destra televisiva pagata coi soldi del canone avanza a suon di rutti. Proprio di questo c’era bisogno. Altro che inchieste giornalistiche che infastidiscano i potenti.
(13 luglio 2025)
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