di Rosetta Perfetta
Jack Dorsey (sì, quello di Twitter prima che diventasse X e poi un meme) ha partorito un nuovo mostriciattolo digitale: si chiama Bitchat e serve a chattare senza internet, senza login, senza tracce, senza amici (perché devono essere vicinissimi a te, tipo Bluetooth-rapporto carnale).
L’app funziona come una rete mesh*, cioè: se non hai gente intorno, parli da solo.
Perfetta per chi vive in un centro sociale, su una barca pirata o dentro un sogno di Snowden. Niente server, tutto crittografato, messaggi che si autodistruggono come in Mission: Impossible, solo più hipster.
È utile?
No.
È affascinante?
Sì.
È l’ennesima prova che Dorsey vive in un universo parallelo fatto di libertà, misticismo zen e no-signal?
Assolutamente.
Bitchat è una poesia decentralizzata, una chat che non vuole piacerti ma solo esistere fuori dal controllo, come una fata selvatica armata di VPN.
Non sostituirà WhatsApp, ma potrebbe salvarti il culo durante un colpo di stato.
Insomma: non è un’app, è un alibi.
E a volte basta quello.
Consigliata se ti piace: salire su tetti con l’antenna del Wi-Fi, gridare ‘abbasso l’infrastruttura!’, scrivere messaggi d’amore che si autodistruggono
* A differenza delle reti tradizionali in cui i dati passano attraverso un unico punto centrale (come un router singolo), in una rete mesh ogni nodo può comunicare direttamente con molti altri nodi e collaborare per instradare i dati in modo efficiente.
(9 luglio 2025)
©gaiaitalia.com 2025 – diritti riservati, riproduzione vietata
Iscrivetevi alla nostra newsletter (saremo molto rispettosi, non più di due invii al mese)