di Giancarlo Grassi
Genova e Ravenna al campo XXL e Matera e Taranto al ballottaggio hanno certamente dato quel pizzicorino alla maggioranza di governo – che non ha mantenuto nulla di ciò che ha promesso – dal significato chiaro: odore di guai. Poi c’è l’onta del PD primissimo partito a Genova (per non parlare di Ravenna) e quel segnalino a Meloni che viene dalle liste delle Tre Grazie che accorpate sono appena sotto il PD (primo partito al 29,1%), segno che il comitato politico Toti-Bucci-Piciocchi che deve ritenere Genova un fatto strettamente privato, ha ancora un suo seguito. Fossi in Meloni ci rifletterei.
Un discorso a parte merita la Lega di Salvini che a Ravenna è riuscita a farsi rappresentare da un ultraottuagenario (6,5%, insieme alla lista Animali e Ambiente, un trionfo) che, con tutto il rispetto per le decadi di esperienza, regala fotografie in bianco e nero dell’elettorato al quale Salvini e i suoi sono costretti a rivolgersi e dell’idea di futuro del partito, che non è quello dell’onnipotenza salviniana via ponti che non si faranno, e che si è messo la bomba-Vannacci in casa e sentirete il botto…
Dunque se anche Matera e Taranto dovessero finire da parti altre, quelle indicate da Genova e Ravenna, a queste destre cui interessa solo il potere e del parere del benessere altrui interessa molto meno, potrebbero cambiare la legge elettorale, un’altra volta. Non sarebbe la prima volta – successe con il berlusconismo pre-porcellum che portò questo paese ai famosi deputati-scappati-di-casa – attualmente imitati, in senso peggiorativo, dall’america trumpiana. Fu lo stesso buon Calderoli, fautore e autore della legge in questione la definì una porcata.
Dunque aspettiamo i ballottaggi per sapere di che morte moriremo e con quale legge elettorale, l’ennesima nuova trovata di una politica inconsistente che desidera solo perpetuarsi e mantenere le poltroncine di prima fila, andremo a votare. Senza dimenticare che questa gente così di buon cuore fa tutto questo per noi, per la nostra prosperità e il nostro benessere. Altro che storie.
(27 maggio 2025)
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