Tutti ricordano il famoso “Datemi pieni poteri…” del Papeete, o meglio quasi tutti, perché il diversamente Sallusti, toni da capopopolo di poco o nessunissimo richiamo, è riuscito a dire a Tagadà su La7 nel pomeriggio del 17 gennaio, che Salvini si dimise dal Governo Conte èperché il “M5S era il partito del No a tutto”. Che in parte era anche vero.
Di fatto però Salvini non si dimise, presentò le dimissioni, cercò di ritirarle e quindi Conte – che è uno che se le lega al dito – con un discorso parlamentare mano sulla spalla del suo ministro e vice, gli disse è stato bello arrivederci sei fuori da questo governo. Non servi granché al segretario leghista baciare di nascosto il crocifisso (e nessuno vuole sindacare su fedi religiose vere, presunte o esibite, ché non sono fatti nostri.
Questa è un rapido ricordatorio, doveroso, perché nessuno è fesso. Nemmeno Sallusti,. Tant’è vero che il direttore di Radio Libertà ci prova a dare nuove versioni degli accadimenti per contrastare Paita di Italia Viva (fu Renzi a fare esplodere la poltrona di Salvini) e un sempre preparatissimo e puntuale Sebastiano Barisoni. Non solo ci prova, ma forse nemmeno ci crede.
(17 gennaio 2025)
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