La scelta di Zuckerberg, dopo l’annuncio di John Elkann nel consiglio di amministrazione, è di quelle che rappresentano un passo indietro, anche se parleranno di futuro e libertà. Allineandosi all’amministrazione Trump, Meta ha annunciato l’addio al fact-checking sulle sue piattaforme. Non solo Facebook e Instagram, come riportato da troppi media, ma anche Threads e Whatsapp, per un ritorno alle origini che segna un passo (forse) definitivo: “Sulla libertà d’espressione è tempo di tornare alle nostre origini”.
Che non vuol dire necessariamente “potrete scrivere quello che cazzo vi pare”, ma siamo lì: anche se per il momento l’eliminazione del programma di fact-checking dei contenuti riguarderà solo gli Stati Uniti, dato che in UE la legge lo vieta. La verifica dell’accuratezza dei contenuti veicolati da Facebook, Instagram o WhatsApp, piattaforme che servono circa 3 miliardi di utenti nel mondo, sarà effettuata da un sistema chiamato “Community Notes” che permetterà agli utenti di aggiungere informazioni di contesto a post potenzialmente fuorvianti. Una soluzione dei contenuti che si ispira al social personale di Musk che, infatti, pare felice come una pasqua – per la cronaca le “Community Notes” di X consentono agli utenti di scrivere note esplicative sotto tweet, immagini o video, con l’obiettivo di fornire informazioni aggiuntive e chiarire contenuti falsi o inappropriati.
Il senatore repubblicano Rand Paul gioisce della scelta e scrive che “Meta ammette finalmente di aver censurato la libertà d’espressione”, anche se il comunicato di Zuckerberg non affronta l’argomento da quel punto di vista, ma dalla constatazione che ci sono “troppi errori e un’eccessiva censura“.
Per Zuckerberg possibile un compromesso
Certamente il patron di Meta non intende dire di avere “censurato la libertà d’espressione” se poi aggiunge che il cambiamento appena messo in campo “porterà a più contenuti potenzialmente “discutibili” sui social dell’azienda”, ma aggiunge: “Intercetteremo meno contenuti inappropriati, ma ridurremo anche il numero di post e account di persone innocenti che rimuoviamo per errore”.
(7 gennaio 2025)
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