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Dall’igienismo dentale all’odontoiatria, a destra sono tutta una scienza infusa

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di Giovanna Di Rosa

Si ricorderà la tristemente nota questione legata alla famosa igienista dentale eletta in Regione Lombardia, storia poi finita com’è finita travolta dal caso Ruby, nell’ambito del quale è stata la ex consigliera era stata poi condannata in via definitiva, ecco oggi siamo all’odontoiatria al potere. Non c’è naturalmente nessun parallelo tra la vicenda di allora, legata a una delle tante squallide questioni legate a Berlusconi oggi in via di beatificazione, e l’assurgere ai vertici del maxi della Consigliera anziana già odontoiatra che non è mai stata nemmeno sfiorata da quelle brutte storie.

L’unico parallelo parrebbe stare nella predisposizione di questa destra sempre più esilarante di investire di incarichi, anche importanti, anche ben retribuiti, anche di grande prestigio nella loro gratuità, personaggi sulla cui preparazione ci sarebbe molto da discutere – rispetto alle competenze specifiche delle quali andranno ad occuparsi. Se l’igienista dentale consigliera della Regione non brillò per capacità politica è lecito immaginarsi che nemmeno l’odontoiatra brillerà ai vertici della Fondazione Maxxi, nonostante la quota in Fratelli d’Italia.

Il buon Sangiuliano lascia così uno strascico d’eredità postuma, perché ciò che si fa dentro i ministeri non basta mai, assicurandosi un codazzo di potere mentre chiede – e non faticherà ad essere accontentato – di essere destinato a incarichi di basso profilo in Rai dove, dopo l’aspettativa, tornerà. Ma poi queste vicende così edificanti dal punto di vista della gestione del potere riservano sempre sorprese: ed ecco la consigliera anziana già odontoiatra oltre che candidata alle ultime Europee rinunciare alla carica grazie ai buoni consigli del nuovo ministro Giuli, già studioso di Gramsci dal suo peculiare punto di vista, che auspica caldamente un passo indietro. Passo indietro che non tarderà ad arrivare perché tolta una poltrona ce n’è pronta un’altra nel gaudente mondo delle destre di potere e ci sarebbe addirittura già la lettera di rinuncia. Pronta, prontissima anche la sostituta: Emanuela Bruni, seconda consigliera più anziana, nominata nell’aprile scorso su proposta del presidente della Regione Lazio Francesco Rocca già (dal 2000 al 2006) direttrice della sala stampa di Palazzo Chigi e quindi capo area della comunicazione istituzionale della presidenza del Consiglio dei ministri.

Poi, dopo il poltronificio, il balletto delle querele: tutte e tutti contro Boccia, dottoressa per alcuni e signora per altri, ma soltanto innominabile in realtà dato che tutte e tutti rifiutano persino di pronunciarne il nome. Mica perché porta male, ma perché dare un nome alle persone significherebbe personalizzarle e dare loro una dignità mentre l’obbiettivo (strategia) è quella di invisibilizzarla prima e farla a pezzi poi. Perché a destra sono tutta una scienza infusa.

 

 

(9 settembre 2024)

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