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Le amministrative in Turchia dicono male per Erdogan

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di Daniele Santi

Le elezioni amministrative in Turchia non dicono bene al presidente Erdogan i cui candidati non sembrano essere stati graditi dalla popolazione. Dopo il voto in 81 località differenti, c’è entusiasmo nell’entourage dell’opposizione come testimoniano le parole del sindaco uscente di Istanbul Ekrem Imamoglu, uno degli esponenti di punta del partito kemalista Chp, vera e propria spina nel fianco di Recep Tayyip Erdogan; il Sindaco uscente ha aggiunto che “le elezioni non sono finite finché non è stato contato l’ultimo voto, sicuramente oggi è la festa della democrazia, grazie a chi ha votato”.

Imamoglu è al 50,16%, 9 punti sopra l’ex ministro dell’Ambiente e dell’Urbanizzazione Murat Kurum. C’è ottimismo anche sulla vittoria ad Ankara come da post su X dove il sindaco uscente della capitale Mansur Yavas dichiara chiusa la partita visto il vantaggio di venti punti sul suo avversario. L’opposizione è in testa anche a  Smirne, su tutta la costa dell’Egeo e del Mediterraneo, in 35 città su 81, con il partito filocurdo domina nel sud est. Il partito Akp che sostiene Erdogan mantiene il controllo su gran parte dell’Anatolia centrale, come Konya, Kayseri, Erzurum, e nel Mar Nero, nelle città di Rize e Trebisonda con Erdogan che torna ai toni apocalittici con un messaggio su X, dove invita la Turchia a “proteggere le urne e i voti” che non è certo ciò che ha fatto lui in vent’anni di governo.

 

(31 marzo 2024)

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