“Io ho difeso la possibilità di fare le Olimpiadi a condizione che il progetto fosse a misura della città, delle sue finanze, senza costruire cattedrali nel deserto. Premesso che la Raggi è stata coerente, però sta dicendo che non è in grado di fare la rivoluzione che aveva promesso, perché se dici che non si possono fare le Olimpiadi per evitare sprechi e ruberie, significa che ammetti che non sei in grado di governare per evitarli”, era ciò che diceva una assai più giovane, ma ugualmente urlatrice Giorgia Meloni a La7, a proposito del “No” dell’altra regina di Roma, quella Virginia Raggi delle Funivie e dei Pannolini Lavabili arrivata al Campidoglio a suon di miracoli promessi e mai realizzati.
Era il 2016, Meloni d’Italia non era ancora diventata la futura Regina d’Europa erede di Angela Merkel (parole di Italia Bocchino da Lilli Gruber) [sic], non aveva ancora perso le elezioni in Sardegna e non era ancora arrivata a Palazzo Chigi a suon di miracoli promessi e mai realizzati [cit.]. Ora, ripubblicando in basso con leggera limatura, uno stralcio dello stesso commento che Meloni ha rivolto a Raggi, particolarmente nella parte dove la presidente del Consiglio che è anche la presidente di Fratelli d’Italia e pure la stessa che si è data lo sgambetto da sola, noteremo che a otto anni di distanza ciò che Meloni ha detto di Raggi è perfettamente applicabile a Meloni stessa.
La rinuncia ai Mondiali di Atletica Leggera del 2027 – in un momento sfavillante per l’Atletica Italiana – perché il Governo Meloni non ha autorizzato le necessarie coperture finanziarie significa che Meloni ha fatto soltanto promesse, e “rivoluzioni, che oggi non è in grado di mantenere“, ulteriormente palesando l’incapacità di unire i bassi istinti reazionari del suo governo sempre più a destra con il fumo negli occhi di rivoluzioni industriali e sociali promesse in campagna elettorale sapendo che poi avrebbe pensando soltanto a poltrone, presidenzialismi e involuzioni verso una democratura.
In soldoni il governo Meloni non ha trovato 85 milioni di euro chiesti dalla Fidal (non 85 miliardi, ottantacinque milioni) per finanziare il Campionato Mondiale di Atletica Leggera 2027 nella Capitale d’Italia, in onore ai campioni dell’Atletica Italiana che dalle Olimpiadi di Tokyo 2020 sono protagonisti assoluti dello sport mondiale. Come ricordato dal presidente della Fidal, Stefano Mei che ha ricordato “Il momento straordinario vissuto dall’atletica italiana è sotto gli occhi di tutti, e l’organizzazione del Mondiale rappresenterebbe una sorta di chiusura del cerchio per una generazione straordinaria di atleti, oltre che per il lavoro di tutto il movimento, dalla base al vertice. A questo punto non possiamo che augurarci che il Governo dia seguito all’interesse e al supporto espressi più volte nel corso di questi mesi, con un atto che consenta a Roma di giocarsi tutte le carte a disposizione”.
Il sospetto che abbia detto no perché la proposta non è partita da lei è difficile da zittire. Poi c’è il necessario Museo delle Foibe da mettere in piedi (otto milioni di euro). Insomma ci sono priorità immediate e eventi di secondaria importanza che possono aspettare.
(28 febbraio 2024)
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