di Vittorio Lussana
Il cognatino scende a Ciampino
(filastrocca satirica dal chiaro ascendente rodariano dedicata a un Governo parecchio balzano)
Ma quant’è bravo quel cognatino,
che ferma il rapido e scende a Ciampino.
Con un dito calmo e sereno,
subito chiama il capotreno.
In Trenitalia sono zelanti,
già messi a cuccia tutti quanti.
Ma poi scoppia un grande casino
ed è bufera sul cognatino.
C’era bisogno di prendere il treno,
per scendere in fretta proprio a Ciampino?
Ma lui risponde che andare a Caivano
era il suo sogno fin da bambino.
E il pendolare che, poverino,
non riesce ad andare neanche al Torrino?
“Non ci pensare e fallo anche tu:
prendi un bel rapido e poi buttati giù”.
Proprio in quel mentre arriva Salvini,
coi suoi lunghi elenchi di problemini,
che si domanda con le mani all’insù:
“Non ricordo se ferma anche a Cantù”.
“Uffa che barba: quante stazioni”,
esclama annoiato lo zio Calderoli,
“se differenziamo l’autonomia,
possiamo scendere persino a Pavia”.
“Ho sempre odiato la geografia”,
dichiara Salvini a Radio Maria,
“fare la spesa è la mia nuova manìa,
ma dell’Esselunga non ricordo la via”.
E il cognatino sull’auto blu:
“Del mappamondo non fidarti mai più.
Anche il satellite spara cazzate,
prendi un bel treno e poi scendi a Segrate:
lo puoi trovare a Milano Lambrate”.
(24 novembre 2023)
©gaiaitalia.com 2023 – diritti riservati, riproduzione vietata