di Paolo M. Minciotti
Il ministro Lollobrigida ha incarnato per qualche secondo il vero sogno di ogni italiano degno di chiamarsi tale, avere a disposizione per i propri comodi addirittura un treno, anzi un’azienda, anzi un Ad, anzi una fermata ad hoc per potere essere puntuale al suo inderogabile appuntamento, perché un’inaugurazione non può mancarsi, essendo fondamentale presenza del ministro – non si capisce se per il bene del ministro, dell’evento, di tutti e due, o di nessuno.
Dunque il sogno italiano dell’italiano di sentirsi (non di essere) dirigente massimo di un’azienda partecipata che pur di accontentarlo si difende sostenendo l’insostenibile, ovvero – lo racconta Repubblica – “che un qualsiasi passeggero possa chiedere la fermata di un treno in ritardo”. Immagino orde di passeggeri furiosi per i continui ritardi, che telefonano alla dirigenza preposta invocando una fermata qui, una fermata là, un’altra in mezzo, perché sennò arrivano in ritardo al lavoro. Se potessi avere un treno a disposizione al mese, farei tante cose tutte quelle che vuoi tu.
In mezzo il silenzio tombale, a parte qualche giornalista di Libero sempre pronto a giustificare l’ingiustificabile dagli schermi di ogni talk show disponibile (e poi parlano di destre discriminate), del partito al potere e sull’ennesimo scivolone del ministro che è anche un po’ cognato, non che ci sia causa-effetto tra una carica e l’altra. Po quello che stupisce. E’ Delmastro che nemmeno si degna di rispondere al giornalista Luca Sappino che fa il suo mestiere e gli chiede cosa ne pensa, rispondendo tra un tremendo mal di pancia e UN fastidio mal represso che il problema sono quelli che sui binari ci si sdraiano per fermarli, che mica si pretende tanto da un ministro: basterebbe un po’ di decenza istituzionale.
Così, trasformato il Freccia Rossa in appendice di un’auto blu che si poteva prendere anche prima, mentre il treno in ritardo prosegue la sua corsa fino a Salerno, ma si ferma a Napoli perché la tratta Napoli-Salerno viene soppressa e ‘sticazzi se qualcuno doveva scendere là a non avendo un’auto blu a disposizione né i numeri di telefono di quelli che contano dentro Rfi a Salerno ci è arrivato in ritardo e coi suoi mezzi.
E poi lamentatevi se gli Italiani vogliono entrare in politica pur senza averne le competenze perché pensano che i politici possano fare esattamente quello che gli pare. Con certi esempi in giro.
Poi se vogliamo possiamo anche considerare che Lui ha trovato la soluzione che aveva a portata di mano per non fare aspettare inutilmente chi lo aspettava a un appuntamento preparato da settimane. Poteva farlo meglio, certo. Come è certo che con loro nemmeno i treni arrivano in orario. Altrettanto certe sono le grida del PD (e neanche tutto): “Dimissioni!”, ad ogni flatulenza. Pensino al sogno di ogni italiano di scendere alla fermata giusta e in orario – è molto più di una ardita metafora.
(23 novembre 2023)
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