di Giovanna Di Rosa
“In carcere non ci sono certo le educande: è la peggiore umanità” non è una grande intuizione, o Donazzan. La riflessione post-intuizione, ad averne lo spirito, sarebbe piuttosto sulle bestie che di umano non hanno più nulla che violentano donne e bambine, le ammazzano, violentano i giovani migranti in Libia, li rimandano nel deserto a crepare donne incinte incluse, distruggono i nostri giovani con la droga, li mettono a spacciare, uccidono giovani musicisti per la strada sparando loro alle spalle, scatenano guerre contro stati sovrani e pacifici e che, fino a prova contraria, sono tutti fuori dalle carceri dove per l’assessora che nessuno ricorderà è rinchiusa “la peggiore umanità”. Anche quelli che, con più fantasia, alle donne danno fuoco.
Certo in carcere oltre alla “peggiore umanità” sic] ci sono gli sfigati che non avevano protezioni potenti, non avevano scelta, non avevano lavoro, non avevano speranza, non avevano scuola, non avevano soldi, non avevano una vita perché non avevano uno stato che li sostenesse impegnato com’era e com’è, lo Stato, a dare aria ai denti per la propaganda personale di politici che di politica non sanno nulla e gridano stupidaggini alla prima occasione in vista di una poltrona presidenziale possibile – e tutt’altro che certa – all’orizzonte. Se parliamo di qualità discutibili, anche questa è un’umanità che non scherza.
(8 settembre 2023)
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