di Giovanna Di Rosa
Tra le misure che serviranno a poco, probabilmente a pochissimo, e dentro la perversione tutta legata alla destra di rinominare persino l’innominabile perché il look è tutto, eccoci alle nuove sigle che caratterizzeranno le nuove prestazioni varate per rendere ancora più povero chi è già povero e ancora più difficile sbarcare il lunario in un paese che non sa più creare lavoro, spiccano le nuove sigle Gil, Gal & Pal: Garanzia per l’inclusione (Gil), la Garanzia per l’attivazione lavorativa (Gal) e la Prestazione di accompagnamento al lavoro (Pal).
Leggendole superficialmente, del resto noi siamo superficiali ma non abbiamo scelta considerando la velocità con la quale questo governo cambia idea, servirebbero a qualcosa – oltre a peggiorare le condizioni dei percettori: dovrebbero portare le persone ad avere un posto di lavoro. Temiamo che non sarà così perché nel fumoso programma di governo, nel claudicante agire di un governo che non fa la metà di quello di cui straparla né fa la metà di quello che ha promesso, di misure che servano alla crescita stabile del mercato del lavoro ne vediamo poche. Promesse molte, invece, perché non gli è bastata la campagna elettorale che li ha portati alla vittoria nel settembre 2022: loro vivono perennemente e soltanto di campagne elettorali.
Del resto gli viene facile in un paese dove si vota ogni sei mesi e dove tutti si guardano bene dal premere il bottone reset e fissare degli election day (un forestierismo, che orrore).
(17 aprile 2023)
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