di Giovanna Di Rosa
Programmi pochi, cose già sentite, già dette e mai messe in pratica, esattamente come succede dal 2006 per una coalizione che è sempre la stessa, che opera cambi di poltrone e di candidature al suo interno con esponenti di Forza Italia passati a Fratelli d’Italia, esponenti leghisti a Fratelli d’Italia e Fratelli d’Italia che raccoglie tutti gli affamati di poltrone, sempre quelli che stanno lì dal 2006 e nel 2011 hanno portato l’Italia sull’orlo del fallimento. Sempre loro. E la colpa è delle sinistre.
Il nuovo rappresentato da Meloni è rancido. Stesse proposte di sempre: Le hanno presentate in tre governi differenti e non le hanno mai realizzate, ma stanno ancora lì; il nuovo di Meloni è di una rappresentante politica già vicepresidente della Camera, già ministra del governo Berlusconi 2008-2011 ed ora sottopostasi a remake di una destra al femminile troppo uoma per essere credibile.
L’apparizione del 18 settembre è quella di una Generalissima che è lì non per offrire una visione chiara del governo futuro – e non può averla perché avrà bombe a mano ad esplodere ad ogni passo, principalmente dai suoi alleati e ha promesso misure senza copertura – e le mescola a una visione geopolitica dell’Europa di grande chiarezza e al solito refrain (che deve esserle molto caro se lo ripete fino allo sfinimento – nostro) sulla sua chiarezza, i soliti egoriferiti “Non ho paura di nessuno” e i soliti “faccio quello che mi pare” mascherati da altri slogan egoriferiti. Se questa è una leader che salverà [sic] l’Italia lo vedremo presto. Naturalmente se fallirà sarà colpa delle sinistre.
(18 settembre 2022)
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