di Massimo Mastruzzo*, #politica
Tra i vari interventi dei leader presenti al meeting, nessuno di questi ha sfiorato, ignorandolo per l’eterna ennesima volta, la possibilità che il Mezzogiorno potesse avere finalmente un ruolo da protagonista nella ripartenza, sua e di tutta la penisola.
Astratti, così sono apparsi invece i confronti tra Rosato, Conte, Tajani, Letta, Salvini, Lupi, Meloni, etc etc, rispetto alla reale condizione in cui versa il sud Italia. La costa Jonica, solo per fare un banale esempio, è a rischio desertificazione umana e industriale a causa delle perenni carenze infrastrutturali, che altrove invece abbondano, e non mi sembra che l’ammodernamento della rete ferroviaria in quell’area, senza la quale il deserto economico e sociale appare inevitabile, sia stato un argomento divenuto oggetto di dibattito al meeting.
Come si può parlare di futuro e di RILANCIO in una terra che viaggia peggio di 50 anni fa?
Sarebbe bastato dibattere sui motivi che hanno portato l’Italia ad essere lo Stato membro che ha ricevuto la somma maggiore dei fondi europei; di quali territori nazionali hanno dato il maggior contributo al raggiungimento, proprio in virtù delle peggior condizioni rispetto ad altre aree della comunità, della quota maggiore dei Recovery Fund, e soprattutto di come si intende investire in quelle aree per rimediare a tale triste primato europeo.
I criteri di ripartizione dei fondi, d’altronde indicano inequivocabilmente la volontà e l’interesse dell’Europa a risollevare le sorti dei territori europei più poveri, e il Mezzogiorno d’Italia ha il triste record di essere il più povero nell’area Euro. Una disoccupazione tripla e un Pil pro-capite pari alla metà di quello del Nord, sono tra i principali parametri negativi che hanno indotto l’Unione Europea ad assegnare i 209 miliardi all’Italia, concessi appunto per ridurre il divario territoriale, nel rispetto delle indicazioni di transizione ecologica e digitale. Così come senza l’applicazione dei LEA e dei LEP, altro argomento escluso dal dibattito tra leader presenti al Meeting, il rischio che le parole, rispetto all’ennesima proposta di “rilancio del paese”, siano la solita, incostituzionale, aria fritta, è più che concreto. Sempre che quando si parla di Paese lo si faccia includendo in esso anche il Mezzogiorno naturalmente.
La portualità nel Mezzogiorno d’Italia è stata proposta come centralità per il rilancio dell’Italia? Il recente incidente con il blocco del canale di Suez, ha ricordato, qualora ve ne fosse ancora bisogno, di quante merci passano sotto al naso dei porti presenti nel Mezzogiorno. Sempre che quando si parla di Mezzogiorno lo si faccia considerandolo parte del “Paese da rilanciare”.
Niente, nessuno dei leader politici presenti al Meeting di Rimini, pare aver considerato che il Mezzogiorno è parte di quel Paese che si intende rilanciare.
*Direttivo nazionale M24A-ET
(28 agosto 2021)
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