di Giovanna Di Rosa, #Razismo
Metti che abbiamo pensato che quelli inginocchiati si stessero allacciando gli scarpini e, sentendo parlare di un non identificabile Floyd, per le loro orecchie mute, devono avere pensato che il riferimento fossero i Pink Floyd. E magari nemmeno ne amano la musica. Perché vedete, nella lotta al pregiudizio e al razzismo non c’è ignoranza che tenga, ed essere, eventualmente, ignoranti, non è e non può essere una giustificazione.
Altra questione è il rispetto delle differenti sensibilità, cioè il non-obbligo di inginocchiarsi, ma altra cosa è l’indifferenza: che è sempre arroganza e disprezzo. Perché se un bambino per famiglia, vedendo i giocatori inginocchiarsi, chiederà “perché lo fanno?” e papà o mamma glielo spiegheranno, avremo già fatto un passo in avanti nel dare un indirizzo di civiltà all’imbarbarimento che chiamiamo da social, ma che è imbarbarimento e basta. Questo al netto delle risposte razziste e omofobe che i bambini potrebbero ricevere posto che loro, i bambini, hanno compagni di scuola neri, rossi gialli, mulatti, con gli occhi a mandorla, di tutti i colori e culture e sono nettamente in vantaggio rispetto all’eventualità di risposte idiote dei genitori.
Se l’idiota che ci ha insultato e minacciato via social (commento segnalato, cancellato e salvato, utente bloccato, e vedremo se procedere per le vie opportune) avesse riflettuto un minimo su banalità come quelle che abbiamo appena scritto forse avrebbe compiuto un passo verso l’evoluzione rischiando di diventare addirittura umano, ma ha preferito rimanere dalla parte dell’animale intollerante alla cui immagine le sue corde devono vibrare in modo incontrollato. Fermo restando il rispetto di ogni sensibilità la differenza tra un essere umano e una bestia la fa una sola cosa: l’ignoranza. O la cultura. Dipende da che punto di vista la si voglia vedere.
Poi si capisce che tra Play Station, conti bancari milionari, vita agiata, televisioni e giornalisti e allenamenti snervanti, tempo per la cura della propria testa, della propria cultura e per informarsi su ciò che succede sul serio ne rimanga poco. E allora diventa più facile insultare Marchisio, che non mi è mai stato simpatico, ma quando dice cose giuste va applaudito o scambiare un gesto di sensibilizzazione contro il razzismo per una necessità improrogabile di allacciarsi lo scarpino.
(22 giugno 2021)
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