di Paolo M. Minciotti, #LGBTIQ+
Non ci fidiamo per niente delle dichiarazioni di Enrico Letta che gridano all’approvazione della Legge Zan: non ci fidiamo perché l’ultima volta che il PD ha gridato all’approvazione di una legge di libertà, quella sulle Unioni Civili, l’ha approvata antica, vecchia, discriminatoria, irrispettosa e tesa a rimarcare che le famiglie formate da coppie dello stesso sesso non hanno la stessa dignità delle altre.
Era lo stesso PD di oggi, segretario era Renzi, ma si scannavano proprio come oggi che c’è Letta e di programmi seri nemmeno l’ombra. Cinque anni dopo non è cambiato quasi nulla. A parte i differenti culi sulle poltrone del comando. E le proposte del PD continuano a nascere morte.
Non ci fidiamo di Letta, soprattutto quando tocca temi come quelli delle libertà individuali: vero è che deve andare oltre Salvini dopo la sceneggiata che li ha visti insieme a schierarsi dalla parte di Israele che ha ingaggiato l’ennesimo confronto impari contro i palestinesi, che chi l’avrebbe mai detto, ma non ci fidiamo lo stesso. Anzi, a maggior ragione, non ci fidiamo.
Abbiamo avuto abbastanza frequentazione politica per avere capito che sul tema dei diritti il PD dice una cosa e sicuramente ne farà un’altra: dunque siamo pronti, nonostante i proclami di Enrico Letta, a vedere il ddl Zan impallinato e affondato. E, sinceramente, speriamo proprio di sbagliarci.
Così che lanceremmo una provocazione ad Enrico letta: taccia. Per una volta. E gioisca dopo che il ddl Zan sarà approvato. Ammesso che stia lavorando sul serio, e ne dubitiamo fortemente, per farlo approvare.
(17 maggio 2021)
©gaiaitalia.com 2021 – diritti riservati, riproduzione vietata