di Marco Maria Freddi, #GiornatadellaMemoria
Caro Direttore,
il 27 gennaio è il Giorno della Memoria e ricordare la Shoah è giusto e fondamentale monito alle nuove generazioni perché possano comprendere, comprendere che improvvisamente si può diventare ciechi, come ciechi sono stati molti europei durante la Seconda guerra mondiale.
Ogni anno allontaniamo da noi le pulsioni antisemite con abbondanti frasi di circostanza che giornate come queste concedono ma se tutto ciò è comprensibile, credo, che altrettanta ipocrisia può essere restituita.
L’ipocrisia più grande non è tanto quello di dimenticare, di avere memoria ma quello di fingere di ricordare.
Fingere di ricordare, fingere di non vedere, fingere di essere ciechi, ciechi di fronte a ciò che accade sulla Rotta Balcanica sin dal 2015 a ciò che sta accadendo oggi, anni dopo, in Bosnia nel campo profughi di Bihac, dove millecinquecento persone vivono in condizioni disastrose.
Fingere di ricordare, fingere di non vedere, fingere di essere ciechi di fronte all’emergenza umanitaria sul confine turco o nei lager libici e come è accaduto per la Turchia o la Libia, le nazioni Europee si sono attivate finanziando anche il governo di Sarajevo per non affrontare – per far finta di avere memoria – il fenomeno dell’immigrazione, rimanere ciechi di fronte al dolore.
Fingere di ricordare segregando migliaia di persone spostando altrove la frontiera comunitaria, dimenticando i valori fondanti la nostra convivenza, valori comuni fatti vivere dopo le atrocità della Seconda guerra mondiale, valori di rispetto della dignità umana e di rispetto dei diritti umani.
Nel Giorno della Memoria e ricordare la Shoah è giusto, nel Giorno della Memoria non possiamo più essere ciechi nonostante viviamo un tempo in cui alcune forze politiche e molti politici si sono serviti e si servono quotidianamente di stereotipi, racconti e incitazioni all’odio per fare propri diffusi sentimenti populisti, identitari, razzisti e xenofobi, forze politiche e politici che discriminano anziché promuovere l’eguaglianza, raccontando che minoranze e gruppi vulnerabili siano una minaccia e che i diritti e il rispetto della dignità umana non spettino a tutti.
Nell Giorno della Memoria ricordare la Shoah è giusto e fondamentale come monito a noi tutti perché possiamo comprendere, comprendere che improvvisamente possiamo diventare ciechi, ciechi di fronte alla disperazione.
(27 gennaio 2021)
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