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Quando Matteo Salvini voleva “Controlli Informali” tra vicini di casa, prima dei deliri sulla psico-polizia

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di Daniele Santi #Lopinione twitter@rimininewsgaia #Maiconsalvini

 

Il leghista ha la lingua lunga e la memoria corta, com’è noto, ed è d’uopo dopo l’esternazione ridicola di Salvini contro il DPCM del 13 ottobre scorso dove chiedeva con il solito becero sarcasmo se la Polizia avesse cominciato ad entrare negli appartamenti privati, ricordare la sua proposta di istituire controlli informali tra vicini non per fermare l’epidemia di Covid-19, che ancora non si sapeva nemmeno esistesse, ma per pura pulsione dittatoriale e liberticida.

La proposta di stretto stampo sovietico, ovvero l’istituzione di delatori di professione, è del 2 aprile 2019 e nasceva nell’ottobre 2018.

La proposta di Legge, a firma di un’ottantina di democraticissimi leghisti amanti delle libertà altrui, più che delle loro, si riassumeva in poche e chiarissime azioni tra le quali “situazioni anomale che possano generare apprensione, informando gli abitanti della zona” non per “effettuare ronde”, ma per “controllo di vicinato” – legittimazione a farsi i cazzi degli altri e a denunciare il falso, vedi famoso episodio del citofono, con vicina al seguito, del Tribuno Capitano – e alla fine niente di più della “partecipazione attiva dei cittadini attraverso un controllo informale della zona di residenza e la cooperazione tra cittadini e istituzioni”.

La proposta prevedeva la creazione di un sistema informativo per consentire la trasmissione delle informazioni acquisite dai soggetti che svolgono attività di controllo di vicinato e a Salvini non faceva tanto schifo, ma oggi (ieri, ndr) lui trova la maniera di scagliarsi contro quelli che chiama controlli di “psico-polizia” perché la sua strategia della negazione del covid-19 e dell’attacco al governo a tutto campo, essendo tramontata la questione sovranista giubilata da Giorgetti visti i risultati elettorali che hanno devastato il Tribuno.

E’ quindi buona regola non prestare orecchio alle salvinate, come le risposte ai suoi deliri su twitter di gente che lo segue e che è (o era) salviniana cominciano a dimostrare, perché qualsiasi cosa lui dica è stata negata da dichiarazioni precedenti o saranno negate da altre dichiarazioni successive. Solo dichiarazioni, nessuna azioni degna di essere ricordata nemmeno quando era al Governo se non una serie di misure antidemocratiche di portata sovietica suggerite dall’odio per il migrante che è l’unica cifra, insieme ai soldi che compaiono e scompaiono, dell’azione politica della Lega di Salvini Premier.

 

(14 ottobre 2020)

©gaiaitalia.com 2020 – diritti riservati, riproduzione vietata

 




 

 

 

 

 

 

 




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