di Giancarlo Grassi #Editoria twitter@gaiaitaliacom #Travaglio
Il diavolo e l’acqua santa fanno sempre a pugni tra loro, figuratevi se in questo paese chi si sente l’uno non lotta contro chi si sente l’altra, così che a Nicola Porro, citato da Il Riformista, non deve essere sembrato vero di poter tirare fuori le nefandezze del nemico o quelle che deve ritenere tali – nel caso specifico i 2,5 milioni di euro che parrebbero essere stati concessi al giornale del buon Travaglio.
Per essere un quotidiano d’informazione Il Fatto Quotidiano mette a segno dei colpi interessanti: da poche settimane infatti una delle amministratrici del giornale ha conquistato la Presidenza dell’Eni , cose che per un quotidiano che passa il tempo a gridare al regime fanno pensare a quanto dev’essere comodo diventare la Pravda del regime, soprattutto quando un contributo di 2,5 di euro arriva dopo un’annata nera in cui Il Fatto Quotidiano ha chiuso il bilancio con un milione e mezzo di passivo.
Va da sé che 2,5milioni e mezzo di euro sono una boccata di ossigeno inaspettata. Quasi una respirazione meccanica.
Ecco dunque il nuovo corso dell’Italia a presidenza virtuale Marco Travaglio: giustizialismo, endorsement governativo non importa cosa succeda e cosa si faccia, antisalvinismo ad orologeria e poi scagliarsi contro la Fiat che ha chiesto anche lei gli aiuti di Stato proprio come il quotidiano del Travaglio. Dev’esserci un gusto indescrivibile a sentirsi più importanti degli Agnelli che si son fatti con Repubblica e compagnia per spostarli a destra.
Così come c’è tutta una coerenza nel dichiararsi contro i finanziamenti pubblici all’editoria e poi beneficiare di finanziamenti pubblica all’editoria nell’emergenza post-Covid19.
Insomma per un Travaglio che riceve quei 2,5 milioni di euro lì, c’è una realtà come la nostra che non vede un centesimo nonostante le richieste, tutte rifiutate. Così almeno potete dire che parliamo per invidia.
(13 giugno 2020)
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