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Donna Giorgia Meloni, la Pasionaria del Sovranismo, stroncata dal Mes

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di Giovanna Di Rosa #Maiconsalvini twitter@gaiaitaliacom #Politica

 

Davvero la leader di Fratelli d’Italia non si risparmia nulla, nemmeno figuracce. E’ ormai noto anche a chi la sostiene contro l’evidenza che dice una cosa in Italia, un’altra in Europa e una terza che le sbugiarda tutte e due il giorno successivo da ovunque si trovi; è noto anche a chi la sostiene che mentre in Italia sbraita contro l’Unione europea che non vuole concedere aiuti all’Italia,  a Bruxelles è alleata con i partiti sovranisti che vogliono negare gli aiuti all’Italia, primi tra loro gli Olandesi che sostengono il governo che ha detto “No” agli eurobond chiesti dal nostro paese. Dimenticando che Lei stava nel Governo Berlusconi quando votò il Mes.

La Le Pen della Garbatella è più Ardita che riflessiva e, dovendo mantenere alta a tutti i costi la fiamma della narrazione anti-europea che tiene in piedi in Italia, la stessa in chiave anti-italiana che regge fiera in Europa con qualche leggera modifica, ha quindi presentato un ordine del giorno alla Camera dove chiedeva al governo di “non utilizzare in alcun caso il Mes per far fronte all’insieme delle misure volte a contrastare l’attuale emergenza”bocciato con 119 voti favorevoli e 216 contrari; nel post voto Fratelli d’Italia e M5S si sono scannati tra loro per la palma del più ambiguo. Ognuno ha il suo ambito trofeo.

Poi Meloni ha reso noto con un post su Facebook che sette fasciogrillini avevano votato a favore dell’ordine del giorno che la vedeva prima firmataria, chiarendo così che se non ci fossero stati loro la sconfitta sarebbe stata ancora più secca. “Ci sono 7 deputati Cinquestelle che non hanno seguito il diktat di partito, votando a favore dell’odg di Fratelli d’Italia per dire chiaramente no al Mes” e per non “sottomettersi al Pd”. Parola della giornalista professionista Meloni.

Andrea Scanzi ha quindi inviato alla leaderessa di Fratelli d’Italia una lettera aperta dal suo profillo Facebook, che pubblichiamo per intero più in basso, dalla quale si rivolge a Meloni.

In un parossismo di corde vocali straziate, l’onorevole Giorgia Meloni ha fatto una gran bella intemerata da pesciarola giovane alla Camera. Momenti avvincenti, che hanno giusto esaltato quel che resta di giornali fascio-morti e quel che rimane di twittarole mai baciate dal talento. Giorgia Meloni, che rispetto a Salvini è Churchill (ma questo, Renzi a parte, rispetto a Salvini e gasparri vale per tutti), poteva in questo tempo straziato distinguersi per senso istituzionale. Ha preferito essere la versione di successo della Santanché: peccato (lo dico per lei)”.

Il vicedirettore de Il Fatto Quotidiano ha così distrutto quel poco che rimane della lideressa che era ministro del Governo Berlusconi dello spread a 588,2 nel 2011 e che ha poi dichiarato, mentendo e sapendo di mentire, che lei ministro non era. E’ un peccato. Basterebbe rendersi conto di ciò che si fa nel presente, anziché perdersi nel delirio autoritario di un’esponente della politica che il PCI degli anni ’70 avrebbe definito “una uoma” – per il piglio non per le inesistenti grazie – senza cercare di essere una che pretende di cambiare anche il passato. E gli archivi del Quirinale.

 

(25 aprile 2020)

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