di Redazione #Lopinione twitter@GaiaitaliaRoma #Politica
La “Le Pen della Garbatella”, nella sua perenne campagna elettorale rivolta a chi, come Lei, ha la memoria corta o non aveva l’età ai tempi in cui la giovin virgulta del fratellismo d’italia giocava già a fare la ministra della Gioventù (senza portafoglio) o a chi, come Lei, la memoria corta fa finta di averla, non aggiunge e non toglie niente alla politica del grido, della balla, della bufala e dell’insulto perenne che già conosciamo dal 1994, quando fu inaugurata dalle corazzate berlusconiane che Meloni conosce bene, che già nel lontano 1992 attraverso i media del biscione iniziarono a fare piazza pulita dell’esistente per costruire una memoria collettiva nuova. E manipolata.
Meloni era già lì quando il IV governo Berlusconi dovette abbassarsi i calzoni e fare entrare il Mes, suo malgrado, dietro spinta di Frattini, commissario europeo in una delle tante cose che ha fatto senza lasciare traccia di sé.
Meloni era già lì, firmava il Mes come Ministra di quel governo, ma oggi – cosa volete che siano nove anni di tempo nell’era di Internet che non cancella più nulla e diventa la vera memoria alla quale affidarci, nostro malgrado – sbraita come un’ossessa contro il Mes. Quel Mes che anche lei insieme alla Lega di Salvini – in quel governo c’era Bossi e Giorgetti fu relatore del processo di ratifica del trattato – firmò e che oggi invece denuncia essere stato firmato da Giuseppe Conte.
Una delle bufale più improbabili della storia bufalara d’Italia. Del resto in qualche modo alla storia bisogna pur passare – “fama, infamia, che importa. Sarò ricordato” [cit.] – o no?
(11 aprile 2020)
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