di Giovanna Di Rosa #BastaOdio twitter@gaiaitaliacom #Maiconsalvini
Dopo le minacce e gli insulti a Liliana Segre, dopo lo striscione di Forza Nuova di fronte al teatro dove stava parlando agli studenti – possibile che nessuno li veda mai questi di Forza Nuova che piazzano i loro striscioni dove gli pare e che nessuno li denunci mai? – arriva l’ennesima vergogna italiana che testimonia la bruttura in cui questo paese si è trasformato: parliamo delle necessità di mettere Liliana Segre sotto scorta.
Liliana Segre ha aperto una vita tra gli orrori dell’odio e della discriminazione, tra i miasmi del lager e l’odio nazista ed è costretta, ad 89 anni e dopo la campagna “aizziamo le belve” seguita alla sua proposta di una commissione contro l’odio, a vivere sotto scorta. Unica sua colpa essere una donna di pace. A tanto arriva la schifezza in cui questo paese si è trasformato. Una donna, una senatrice della Repubblica (“Non eletta” ha stigmatizzato il Capitan Fracassa dell’Odio a suo uso e consumo) il cui incarico di senatrice a vita è stato conferito dalla più alta carica dello Stato, Mattarella, è costretta a causa delle menzogne altrui, del loro volere salvaguardare il proprio diritto a scatenare l’odio, a vivere sotto scorta.
Una vergogna per questo paese sempre più orribile dove cittadini sempre più ciechi e sordi sono incapaci di distinguere ciò che è vero da ciò che non lo è più.
La radio, mentre sto scrivendo, i cui giornalisti sono sempre concentrati su ciò che importa sul serio, parla di emergenza cinghiali. Sempre animali sono.
E per non farci mancare nulla c’è chi si erge a vittima parlando delle offese che a sua volta riceve sui social, e si lamenta – ad uso imbecilli – del suo non avere una scorta. A tanto si arriva in questo orrido laboratorio dell’odio dove ci troviamo a vivere.
(7 novembre 2019)
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