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di Daniele Santi #Poverinoi twitter@gaiaitaliacom #Politica

 

Era il gennaio del 2018 quando Berlusconi, Salvini e Meloni si incontravano a cena a Catania e decidevano un piano per il centrodestra in vista delle elezioni del 4 marzo che avrebbero visto il trionfo del M5S, il tonfo del PD, la Lega terzo partito, i partiti di Berlusconi e Meloni sprofondare nella melma che meritano e la nascita seguente, dopo quattro mesi di gestazione, del governo nato morto della demenziale coalizione M5S-Lega affondata da Salvini al Papeete in una notte d’agosto.

Le proposte partorite dalle Tre Grazie erano le solite sulle quali il centrodestra fa manfrina dal 1994: niente bollo sulla prima auto, introduzione del principio del divieto di tassazione in assenza di reddito, abolizione del limite all’uso del contante, riforma del sistema tributario, pagamento di tutti i debiti della pubblica amministrazione. E quindi flat tax, aumenti alle pensioni (sia minime che di invalidità), azzeramento della legge Fornero. Si andava oltre con l’azzeramento della povertà assoluta con un grande Piano di sostegno ai cittadini italiani in condizione di estrema indigenza, lotta al terrorismo, ripresa del controllo dei confini e rimpatrio di tutti clandestini.

Questo era il mondo meraviglioso imbastito a tavola imbandita dalle Tre Grazie e che doveva essere l’ennesima pillola avvelenata da somministrare agli Italiani creduloni che dal 1994 votano tutto ciò che ruota attorno all’uomo di Arcore senza che l’uomo di Arcore e tutto ciò che ruota a lui attorno, mantengano una sola delle promesse fatte nelle loro perenni campagne elettorali.

Alle Tre Grazie mal gliene incorse perché ad andare al Governo fu Salvini (in gioventù comunista sfegatato che voleva la marijuana libera ed ora diacono reazionario dell’ortodossia della Santa Madre Russia col rosario in mano) che con il M5S collezionò, insieme al sue degno compagno di sventura Di Maio, un numero tale di disastri, fallimenti, distruzioni, leggi inutili, fake news, resistenze all’UE, misure mai varate come il famoso taglio delle accise dal 5 marzo 2018, altre varate ma impossibili da mettere in pratica, scandali dalla Russia e dall’Italia alla Russia e ritorno, da far durare il governo da giugno 2018 ad agosto 2019 – noi scrivemmo che non sarebbero durati più di 18 mesi, ci insultarono – e poi ricominciare a gridare dall’opposizione esattamente quello che gridava dal governo – che è sempre ciò che non faceva, non ha mai fatto e mai farà – trascinando con sé una Meloni spaventosamente in crescita e sempre più innaturalmente aggressiva, in una semina d’odio spaventosa, insieme ad un Berlusconi devastato da sé stesso, dal suo passato, dal suo presente, dalla sua vecchiaia e dalla medicina.

Continua così, e continua dal 1994, sostenuta dalle corazzate mediatiche delle televisioni, dei telegiornali, dei network radiofonici, dei quotidiani cartacei e online di Silvio da Arcore la propagazione del virus noto col nome di più balle per tutti.

Del resto perché dovrebbero smettere di raccontarle se gli Italiani sempre più incapaci di spirito critico, credono a tutto ciò che gli si racconta fuorché alla verità?

 

 

(23 ottobre 2019)

©gaiaitalia.com 2019 – diritti riservati, riproduzione vietata

 

 

 

 




 

 

 

 

 

 

 




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