di Giovanna Di Rosa #Lopinione twitter@GaiaitaliaRoma #nofascismi
Il grido era quello di chi vuole di più, perché sente di non avere niente, e lo vuole sulla pelle degli altri, perché ritiene lo abbiano fatto con lui. Quel “lui” è un gruppo di cittadini di Torre Maura che al grido di “Fate schifo, zozzoni, gli portate pure da mangià, devono morire di fame”, si sono scagliati contro un gruppo di Rom che dovevano essere trasferiti nel quartiere, hanno devastato e fatto a pezzi con i piedi i panini a loro destinati aizzati da quella Casapound che occupa illegalmente un intero fabbricato in centro a Roma. Con la benedizione del ministero dell’Interno che non li caccia e non li cita.
Eccoli quindi i buoni cristiani del quartiere, popolino abilmente manipolato che si sente forte gridando e distruggendo pane senza sapere che è usato, è stato usato e sarà usato, gridare insulti a chi ha meno, perché chi ha meno ha la sfiga di ricordare a te che hai pochissimo e che magari pochissimo hai fatto per avere qualcosa in più quando potevi.
Le famiglie Rom che vogliono una casa e mandare i loro figli a scuola hanno perso, ma ancora di più hanno perso gli abitanti: perso umanità, decenza, rispetto sacrificati sull’altare dell’odio indotto, loro che indotto non sanno nemmeno cosa vuol dire, ed abilmente maneggiati da chi, sulla loro rabbia, sta costruendo la sua fortuna. Non la fortuna di un paese, non la fortuna di un popolo, e nemmeno il reinserimento degli ultimi tra i quali anche gli urlatori razzisti di Torre Maura hanno il posto d’onore. Sull’odio indotto contro l’altro questi abili manipolatori di menti semplici costruiscono la distruzione di una democrazia. I poveri e stupidi applaudono e si prendono la responsabilità di cacciare a grida altri poveri. In una guerra, dei poveri, che è senza fine dal tempo senza inizio.
(3 aprile 2019)
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