di Vittorio Lussana #Giustappunto twitter@gaiaitaliacom #gaiaitaliapuntocomnotizie
Utilizzo lo spazio concessomi in questa rubrica settimanale per porgere le mie più sincere scuse alla popolazione napoletana per un lungo ed eccessivo sfogo personale che ho recentemente postato su Facebook, relativo ai gravi fatti accaduti, nei giorni scorsi, presso la stazione della ferrovia circumvesuviana di San Giorgio a Cremano. Ho commesso un errore mosso da sentimenti irrazionali d’indignazione per l’accaduto e per il mancato soccorso dei passanti nei confronti di una povera ragazza 24enne, violentata da 3 energumeni in piena ora di punta e durante il ‘via vai’ dei passanti, secondo quanto appreso dal telegiornale de La7 nell’edizione delle 20.30 del 6 marzo scorso. Tengo a precisare che il mio sfogo è stato, innanzitutto, di natura personale e non nell’ambito delle mie funzioni di direttore responsabile delle testate che dirigo. Non si è trattato, cioè, di un articolo di fondo pubblicato su una testata registrata, bensì di un semplice momento di sconforto postato sul mio profilo Facebook. In secondo luogo, vorrei ribadire, in punta di diritto, di ritenere fondamentale principio costitutivo di una società quello di organizzarsi tra liberi cittadini e di rendersi maggiormente attivi nel segnalare una flagranza di reato alle forze dell’Ordine e a quelle giudiziarie, cosa che non mi risulta sia accaduta con la tempestività dovuta nella piccola stazione ferroviaria di San Giorgio a Cremano. Tuttavia, l’obiettivo contesto di degrado e l’evidente carenza infrastrutturale della linea ferroviaria in questione costituiscono un fattore ambientale decisivo nel condizionare la popolazione locale e condurla verso sentimenti di assuefazione e di pessimistica chiusura psicologica, rispetto a quelle concrete decisioni che potrebbero, invece, assumere un significato di coraggiosa inversione di tendenza culturale, nonché di opposizione e di pronta segnalazione di ogni fattispecie di reato. Resta pur vero, inoltre, che ho sottovalutato come determinati ‘non luoghi’ incidano assai più profondamente di quanto io stesso abbia valutato e accertato. Anche perché, nello specifico, non frequento la zona del comune di San Giorgio a Cremano dai primi anni ’90 del secolo scorso e, pertanto, ho inavvertitamente omesso di calcolare tale distanza temporale come fattore determinante di una realtà che, già allora, si presentava allarmante, sia agli occhi delle istituzioni, sia a quelli dei cittadini. Detto questo, ammetto di aver reiterato e ulteriormente aggravato la posizione espressa nel mio scritto personale, sommando elementi derivanti da esperienze limitate, per quanto fortemente deludenti, vissute durante gli anni giovanili trascorsi presso la città di Napoli e nella sua provincia, tra cui un’esperienza di specializzazione presso la Scuola Trasmissioni di San Giorgio a Cremano dell’Esercito italiano.
Ho esagerato e sono consapevole dell’errore commesso, benché mosso da sentimenti di vivo dolore per i fatti accaduti e riportati dai servizi di cronaca. Sentimenti certamente non basati attorno a discutibili ideologie razziali, che non appartengono alla cultura, né al patrimonio ideale, di chi scrive e che, al contrario, ho sempre combattuto sia con i miei scritti, sia come linea editoriale delle testate di informazione che ho diretto in passato e che, oggi, dirigo. La denuncia che ritenevo di dover porre all’attenzione dell’opinione pubblica era, cioè, di natura schiettamente sociale e antropologica, fondata su una personale impressione di chiusura e immobilismo culturale, innanzi a un crimine assai grave come lo stupro di gruppo. Anche in questo caso, ho probabilmente letto in maniera distorta la vicenda di San Giorgio a Cremano, in quanto torsione d’indifferenza della popolazione partenopea di fronte a una fattispecie di reato in pieno svolgimento. In ogni caso, resto felicemente colpito dall’indubbia manifestazione di vitalità espressa del popolo napoletano contro quanto da me scritto. E spero vivamente che ciò possa considerarsi un segnale di vivacità civile, in grado non soltanto di smentire quanto da me superficialmente affermato, ma anche utile a sventare, in futuro, delitti che considero gravissimi, come lo stupro e la violenza sulle donne.
(7 marzo 2019)
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