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Schiacciapulsanti per Nicola Zingaretti cercasi

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di Giovanna Di Rosa #politica twitter@gaiaitaliacom #PD

 

Mentre sui social imperversa la lotta fratricida dei sostenitori di una o dell’altra corrente interna al PD che si suicida lentamente (vuoi che sia a favore dell’eutanasia?), i candidati alla segreteria offrono uno spettacolo miserrimo, anche un po’ patetico. Se scrivo che, tra tutti, salverei i buoni Giachetti ed Ascani, non lo scrivo perché il 3 marzo mi scannerò per andarli a votare, né loro né gli altri, essendo collocata politicamente in tutt’altro loco e trovando stantìa, insopportabile, vetusta ed arrogante la posizione di certa sinistra italiana per la quale tutto andrà bene semplicemente perché loro sono (o andranno) al governo.

Le cose, lo sanno anche loro, non vanno così e non sono mai andate così. Anche se va riconosciuto che il PD – grazie al suo passato – è ormai l’unico partito in grado di formare una classe dirigente che sappia di governo, tecnicamente parlando, poi avanzando il peggio velocemente si può sempre far finta di essere sani.

La sensazione che ho osservando dal di fuori ciò che si muove nel partito del fu Matteo Renzi, è che nessuno sappia proprio che cazzo fare, l’ho scritto in francese affinché capiscano tutti, essendo la Francia così di moda tra di presume di politica in questo paese, e che la realtà dei fatti sia una spasmodica ricerca di poltronisti pronti a mettere il dito dove devono a comando in cambio di uno stipendio ed un titolo. Nemmeno questa è una novità, stiamo parlando d’Italia, mica di un paese sensato…

Tuttavia non riesco a ricordare a memoria un candidato segretario più vuoto, più prevedibile, più inconsistente, più piacione, più evanescente e meno sopportabile di Nicola Zingaretti. Da mesi il fratello politico del talentuoso Luca che inconsapevolmente tira la sua campagna elettorale interna – e per questo la serie di Camilleri è attaccata dalla superdestra, altro che migranti – si presenta, sorride, dice due castronerie, spesso tre, scrive qualche incongruenza sui social, fa finta di essere uno che ne sa e poi scompare con gli arraffatori di poltrone che si massacrano sui social con quelli delle altre correnti per decidere chi ha ragione. Programmi? Nemmeno l’ombra. Strategie? Manco una. Talento politico? Neanche a parlarne. Fiuto? L’hanno lasciato ai cani. Non necessariamente a quattro zampe.

Il PD della morte lenta, o morte nera che vogliate, si prepara così al suo congressino “spartiamoci le poltrone uasch uasch uasch” senza che venga fatta un’opposizione sensata ad un governo terribile, con feroci pulsioni assolutiste, che non siano uscite dall’aula che vorrebbero essere clamorose quando di clamoroso ci sarebbe soltanto che il PD del fu Matteo Renzi partorisse un’idea sensata o una mossa politica d’opposizione intelligente.

Così mentre il PD giochicchia al congresso con i vari candidati alla segreteria che si scanneranno per un partito spaccato che non prenderà una decisione nemmeno a squartarli vivi (ma l’importante è che rientrino D’Alema e gli scissionisti del 2,1%, patetici archetipi di arrivisti – è quella la mission di Zingaretti) l’opposizione al pentaleghismo la stanno facendo i governi locali e un paio di regioni su iniziativa degli amministratori locali, non certo su spinta del PD o delle altre opposizioni che stanno a Roma non si sa bene a fare cosa.

Ecco quindi profilarsi all’orizzonte l’ennesimo post-congresso, con poltrone al seguito, di soldatini-sciacciapulsanti che si sentiranno investiti di un ruolo e penseranno di cambiare il mondo semplicemente perché sono di sinistra e quando c’è la sinistra le cose vanno automaticamente bene.

 





 

(17 febbraio 2019)

©gaiaitalia.com 2019 – diritti riservati, riproduzione vietata

 

 





 

 

 

 

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