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Chi di fango ferisce di fango perisce o di rifiuti inerti al posto del cervello

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di Daniele Santi #Fango twitter@gaiaitaliacomlo #Politica

 

Sequestrate aree nei terreni della famiglia Di Maio. Eccolo di nuovo alla ribalta il piccolo mondo obsoleto della politichetta da bulletti di quartiere che incapaci di governare, incapaci di un progetto, incapaci persino di essere incapaci e di assumersi la responsabilità di essere tali, si distruggono scandaletto dopo scandaletto, creando ad ogni legislatore un putiferio attorno a una figura, o un’altra, così che i loro fallimenti come governanti passino sotto silenzio il più possibile.

Il fango gettato da Di Maio e compagni su Boschi e famiglia per colpire il governo precedente, non ci interessa sapere se giustificatamente o no, si trasforma nel fango gettato su Di Maio e famiglia per colpire il governo attuale, non ci interessa sapere se giusitifatamente o no: entrambi i governi – precedente e attuale – davano ai loro detrattori motivi sufficienti per attaccarli a causa dei loro errori, ma i governanti del paese dei balocchi e dei cittadini che vivono a Disneyland, hanno preferito giocare con la pancia degli elettori perché sono loro i primi a sapere che giocare sul cervello non si può.

Perché in questo paese il grado di ignoranza è direttamente proporzionale all’arroganza che porta a credere di essere dèi.

Chi spera che Di Maio sarà scalfito da questa faccenda si sbaglia; così come si sbagliava chi credeva che gli scandali avrebbero affossato Berlusconi; e si sbaglia chi ritiene che le porcate della Lega distruggeranno Salvini o chi ha ritenuto che la bicamerale di D’Alema fosse una cosa seria.

In quelle discariche piene di rifiuti inerti che sono diventate le teste degli Italiani, continua a pulsare, da qualche parte, l’insana favoletta miracolistica che li porta a sperare che l’omuncolo incapace di turno che grida loro che la colpa dei loro malesseri è di qualcun altro, che promette loro benessere senza fatica (la loro) in nome della ricchezza facile (la sua), che straparla di milioni di posti di lavoro, di redditi di cittadinanza e mistifica la realtà – l’ultima panzana regalata è la narrazione del Global Compact dell’Onu che non è la liberta dei migranti di fare quello che cazzo gli pare come già fanno i signori Ministri – sia l’Uomo giusto per risollevare le sorti del paese. Hanno creduto a tutti: a Berlusconi, a Renzi, a Grillo e ora credono a Salvini. Non gli importa cosa dicano: a queste inutili teste [cit] importa chi grida più forte dirigendo strali e improperi contro gli avversari. Perché questo è l’italiano. Un urlatore seriale. E poco importa ciò che dice convinto com’è che basti gridarlo bene.

In più occasioni abbiamo detto in questa sede, su questo giornale, che preferiremmo avere una compagine governativa libera da disonestà piuttosto che il contrario. Lo ribadiamo anche in occasione di questo scandaletto che coinvolge uno degli uomini politici più inutili, boriosi e incolti che la storia della Repubblica ricorderà, almeno fin quando la Repubblica così come la conosciamo, starà in piedi. Per dire che né chi scrive né chi dirige il giornale fa il tifo perché salti la testa di Luigi Di Maio per questioni vere o no legate alla presunta disonestà del padre. Il ministro del Lavoro che non è capace di esprimere un concetto sensato dovrebbe lasciare la sua poltrona per le sue scarse capacità e proprio per quello non lo farà. Perché l’Italiano, e gli elettori sono lì a dimostrarlo, più è mediocre più pensa di essere qualcuno e, poveri noI!, di essere nel giusto.

Specialmente quando gli capita di posare le pregiate terga su una poltrona prestigiosa.

 





 

(29 novembre 2018)

©gaiaitalia.com 2018 – diritti riservati, riproduzione vietata

 

 





 

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