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“Giustappunto!” di Vittorio Lussana. A ciascuno la sua Corea

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di Vittorio Lussana #Giustappunto twitter@gaiaitaliacom #Russia2018

 

 

E così, anche la Germania ha incontrato la sua Corea. Per noi, fu quella del nord a eliminarci dal mondiale inglese del 1966, tramite un colpo di fortuna di un dentista; per loro, è stata quella del sud a mandarli anzitempo a casa dai campionati mondiali di calcio che si stanno svolgendo in Russia. E’ vero che la Corea del sud eliminò anche l’Italia, nel 2002. Ma ciò accadde a causa di una regola assurda: quella del ‘Golden goal’, che infatti venne subito tolta di mezzo, per la sua evidente arbitrarietà. Un goal lo si può prendere anche per motivazioni assolutamente poco sportive. Soprattutto, quando s’incontra un arbitro ‘indecente’ come Byron Moreno. Tornando alla Germania, appare evidente come i successi conducano, prima o poi, a una fase di ‘annebbiamento’. La ‘corazzata teutonica’ che solamente 4 anni fa ha ‘stritolato’ il Brasile innanzi al proprio pubblico, oggi non esiste più. Quella del 2014 era una squadra fresca, vibrante, attenta, persino altruista. In una parola, lucidissima, poiché consapevole di giocarsi un mondiale che, per molti suoi giovani calciatori, rappresentava un’occasione difficilmente ripetibile. Chi ai successi è abituato, non ha più la stessa ‘fame’ di risultati o di obiettivi da raggiungere. Insomma, sono cose che nello sport capitano regolarmente. E, qualche volta, è capitato anche a noi. Quest’anno, per esempio, in Russia nemmeno ci siamo andati. Anche se, rivedendo con gli occhi dell’oggi la buona organizzazione di gioco della Svezia, la quale, dopo averci eliminato, ha addirittura vinto il girone che, in teoria, doveva essere dominato dalla Germania campione del mondo in carica, qualche riflessione sull’effettivo peso specifico degli scandinavi l’ha fatta sorgere a tutti. Forse, il nostro calcio non è finito così indietro come sembra. In ogni caso, la vera questione da analizzare bene è quella del livellamento degli schemi tattici e organizzativi: tutti, ormai, possono mostrare una rappresentativa nazionale capace di stare in campo con dignità, persino Panama e Islanda. Magari, si tratta di formazioni che fanno fatica a segnare, come nel caso delle nazionali africane o della stessa Germania vista a Kazan. Ma un bel giorno, anche la Tunisia, l’Egitto e il Marocco troveranno il loro Paolo Rossi. E le sorprese non mancheranno, poiché il mondo è destinato a essere sempre più imprevedibile. Non sappiamo fino a che punto ciò sia un bene. Resta fuor di discussione che nel calcio, così come nello sport in generale, fondamentalmente lo è. Dobbiamo abituarci a tutte quelle novità che una società sempre più ‘aperta’ e globale è capace di generare ogni giorno. Ma non ditelo a Matteo Salvini e Giorgia Meloni, per favore: potrebbero finire col comprenderlo persino loro…

 





 

(28 giugno 2018)

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