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Pier Luigi Bersani e il suo “proviamo a trovare un’intesa” che non ci credeva neanche lui

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di Giovanna Di Rosa #Politica twitter@gaiaitaliacom #Bersani

 

 

La sinistra a sinistra di chi si definisce a torto di sinistra è stata nuovamente colpita dalla sindrome del ’94, quella che portò Berlusconi al potere contro “l’allegra macchina da guerra” di occhettiana memoria e che poi portà alla caduta del primo governo Prodi che cadde per un voto, chissà di chi fu?, e quindi della nascita del governo D’Alema e poi del secondo governo D’Alema, quello che si reggeva sui voti di Mastella e che nessuno tacciò di essere un governo fascista. Ai tempi dell’allegra macchina da guerra c’era l’incoscienza della superficialità e la convinzione, così anni ’90, che per il semplice fatto di esistere quella sinistra là, che si era appena emancipata [sic] dal PCI, le elezioni sarebbero state vinte e l’Italia sistemata. Berlusconi diede una lezione dalla quale quella parte politica lì, fino all’arrivo di Renzi, non si è più rialzata. Renzi ha spostato l’asse del PD al centro, ma era chiaro dall’inizio che sarebbe andata così. Lo sapevano anche quelli che facevano le vergini allora e la danno via per niente oggi.

Pier Luigi Bersani è vittima di quella sinistra lì. Di quella sinistra che per il semplice fatto di esistere risolverà ogni cosa. Aspetto della sinistra che è più sinistro del PD di Renzi che non fa chiarezza dove deve farla e della coalizione di Berlusconi che spaccia per rivoluzione l’ennesimo progetto politico di plastica rimututato dal ’94 con Salvini a fare da cavallo di troia al M5S.

Ora sembra pensare che la richiesta di Romano Prodi e Walter Veltroni di costituire un’unica lista di centrosinistra per Lazio e Lombardia lo trovi attento ascoltatore, che sussurri – non lo ascolti D’Alema – un timido “Proviamo a trovare un’intesa”, ma che poi scopra di contare come conto io nel governo dell’Isola di Pasqua e lasci a Grasso, il leader che in nome dell’uguaglianza di genere dice a Boldrini di starsene zitta sul M5S (“non decide lei!”), il compito di dire che di sostenere Giorgio Gori in Lombardia non se ne parla neanche, scomparendo, l’ectoplasma Bersani, subito dopo il suo “proviamo”.

Così che dopo il sogno della sinistra di essere la forza capace di cambiare il mondo per il semplice fatto di esistere ed esserci, la moderna sinistra scopre un altro supremo piacere: perdere a tutti i costi pur di non fare alleanze con gli odiati nemici. Nemici che non stanno mai a destra, a casa Berlusconi o a casa Grillo o Salvini, no. Stanno sempre nella stessa casa nella quale la sinistra mangia ed evacqua.

E questa non è politica è perversione.





(16 gennaio 2018)

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