
di G.G. #Russia twitter@gaiaitaliacom #Esteri
Un ordigno rudimentale dal grande potenziale ha causato dieci feriti a San Pietroburgo, un paio di giorni dopo che le autorità russe hanno negato al principale oppositore di Vladimir Putin di opporsi allo Zar che viene dal Kgb nelle prossime presidenziali. Alexei Navalny, come è noto, non potrà presentarsi alle elezioni presidenziali russe dopo la decisione dalla Commissione elettorale nazionale controllata da Putin.
Un attentato, a pochi mesi dalle elezioni e proprio nella città natale di Putin, che sa tanto di segreto di stato come molti omicidi ed episodi poco chiari della Russia degli ultimi quindici anni.
Il Comitato Investigativo russo ha aperto un’indagine criminale per “tentata strage” ed ha naturalmente evitato di sbilanciarsi indicando possibili mandanti o esecutori lasciando un ambiguo messaggio che dice che tutte le piste sono percorribili. A parte quelle che potrebbero portare troppo vicine al Cremlino.
L’attentato accade con niente affatto singolare puntualità alla vigilia del ritorno dei primi 600 soldati russi che hanno appena lasciato la Siria.
(28 dicembre 2017)
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