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Beppe, vate di Grillology, o come mi libererò del perdente Luigino

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di Giovanna Di Rosa, #Politica twitter@gaiaitaliacom #Politica

 

 

Le voci arrivano dagli organi della destra berlusconiana come Il Giornale e vogliono che Beppe Grillo, Vate di Grillology della Diarchia, abbia già affilato i coltelli per il futuro prossimo venturo del M5S dopo che Luigino Di Maio capitombolerà alle Politiche del 2018.

Il Sacro Guitto avrebbe quindi pronto il nuovo cambiamento di rotta, ormai si è perso il conto di quanti ne ha fatti, ed è pronto – scrive Il Giornale – ad accoltellare (politicamente parlando) il genio sgrammaticato di Luigino Di Maio qualora questi dovesse fallire l’obbiettivo di approdare a Palazzo Chigi come Trionfatore di Tutti i Nulla. Pronto al suo posto sarebbe quello che doveva lasciare la Politica, il buon Alessandro Di Battista, e qualora anche a questo dovesse andar male ci sarebbero dietro di lui Roberto Fico, eterno ultimo, e la maestrina col vestito della festaRoberta Lombardi.

Insomma farne fuori uno ad elezione, garantirebbe al M5S della Sacra Diarchia la sopravvivenza per almeno un paio di lustri ancora, così che i proventi del Sacro Blog possano rallegrare il cuore già esulcerato di chi le ha perse tutte e non ha detta una giusta.

Luigino Di Maio, alle prese con paesi del Mediterraneo come la Russia, impegnato ad invocare i paesi dell’Ocse dimenticandosi che i firmaioli falsi ce li ha in casa, del resto sta fallendo su tutti i fronti: cambia idea ogni cinque minuti, non sa più che dire perché non si crede nemmeno più da solo e risulta affidabile come un pesce lesso che sfida un delfino. Il mondo imprenditoriale che doveva calarsi i calzoni si è messo la cintura di castità e ad una vittoria del Luigino nazionale crede ormai solo La7 per fini di audience, perché senza gli spettatori grillini dovrebbe vivere a repliche.

Lo sgrammaticato ex steward del San Paolo, travolto dall’ambizione che lo ha accecato, non si rende conto che se il M5S dovesse fallire l’assalto a Palazzo Chigi sarà soltanto lui a fallire perché gli altri baroni pentastellati si tengono ben alla larga dall’incongruente campagna elettorale che si è inventato.

Inebriato, il poverino non se ne avvede ed il ritorno a Pomigliano D’Arco si fa sempre più pericolosamente vicino. Almeno ci sarà il vitalizio a consolarlo e così capiremo perché non l’hai mai voluto veramente abolire.





(27 dicembre 2017)

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