Pubblicità
13.5 C
Roma
7.8 C
Milano
Pubblicità
PubblicitàBritish School Banner 2023

POLITICA

PubblicitàLancio Master 2023 Limited Edition

ESTERI

Pubblicità
Pubblicità
HomeL'Arte vista da Emilio Campanella"Tiepolo chez Palladio", l'Arte vista da Emilio Campanella

“Tiepolo chez Palladio”, l’Arte vista da Emilio Campanella

GAIAITALIA.COM NOTIZIE anche su TELEGRAMIscrivetevi al nostro Canale Telegram

di Emilio Campanella, twitter@gaiaitaliacom #Arte

 

 

Il Palladio Museum di Vicenza ha presentato, il 3 novembre scorso, il nuovo allestimento della sala, abitualmente destinata agli eventi temporanei, la quale ospiterà fino al 17 Giugno 2018, la parte superstite di un importante ciclo di affreschi di Giandomenico Tiepolo, provenienti da Palazzo Valmarana. Le opere esposte, pur bisognose di un restauro già previsto, sono d’impatto sorprendente e costituiscono un ultimo atto dell’estetica palladiana, ripresa, rivisitata e sontuosamente citata dall’artista nel riproporre pittoricamente la struttura della scena del Teatro Olimpico. Una storia di padri e di figli, l’ha definita il curatore e direttore del museo, Guido Beltramini; infatti Gian Battista Tiepolo aveva lavorato per Giustino Valmarana decorando Villa Valmarana ai Nani; due decenni dopo, per il figlio Gaetano Valmarana, Giandomenico concepisce lo straordinario impianto decorativo teatrale per un salone del palazzo in città.

La mostra s’intitola Tiepolo segreto e fa riferimento all’avventurosissima e picaresca vicenda di questi affreschi sopravvissuti a smembramenti, strappi di salvataggio, dispersioni, bombardamenti, che li hanno ridotti alla metà del loro numero, come li vediamo ora e potremo vederli in questa sede, per un lungo periodo calcolato intorno al decennio, per un deposito prolungato che permetterà anche di occuparsi di un restauro, come detto, previsto, e di cui alcuni saggi già sono stati operati.

Al centro del ciclo, la figura di Ercole con la sua clava ed alla catena un cerbero di nobilissima ferocia, parente stretto dei levrieri che aggrediscono Atteone in un piccolo meraviglioso disegno. Tutti gli affreschi sono monocromi ed inquadrati in magnifiche architetture neoclassiche, ovviamente. Soltanto qualche mirato particolare in verde od oro, come la lucente catena che trattiene il cagnaccio tricipite. Ai lati una figura femminile con clava e leontea (Onfale, Deianira?), una immagine di Giove che mi fa pensare a Re Lear, Ercole e l’Idra, Ercole sul rogo.

Poi ci sono due pannelli ch’erano presumibilmente sovraporta: Coppia di satiri con vaso di fiori e Satiro con vaso e satiressa con tamburello. Interessantissime le ombre portate di queste figure, che corrispondono precisamente a quelle create dalle antiche lampade del Teatro Olimpico. Assieme è esposto un disegno di Gianbattista, in cui già sono presenti dei satiri che quindi, anche loro passano di padre in figlio.

Un’occasione decisamente importante di riflessione e di ricerca ed un immenso piacere estetico oltre alla gioia di un recupero ed un salvataggio di grande importanza.





(14 novembre 2017)

©gaiaitalia.com 2017 – diritti riservati, riproduzione vietata

 



 

 

Pubblicità

LEGGI ANCHE