di Paolo M. Minciotti, twitter@gaiaitaliacom #lgbtqi
Mentre un deputato chiede la criminalizzazione dell’omosessualità, lo hanno fatto numerose esponenti politici negli ultimi anni e nessuno lo ha mai ottenuto perché l’omofobia culturale è molto più potente di una qualsiasi legge, le autorità egiziane continuano ad entrare nei social e nella app usate dai gay maschi per incontrarsi, per la loro perversa caccia all’omosessuale. Lo riportano alcuni siti LGBT italiani ad intervalli regolari come se si trattasse di una notizia dell’ultima ora, ma purtroppo non lo è. Da tempo, dalla caduta di Mubarak e anche prima, la popolazione omosessuale egiziana – soprattutto quella maschile, considerando che non viene considerato il lesbismo, con disprezzo tutto vittoriano della sessualità femminile – è vessata ed inseguita dalle autorità e da giornalisti compiacenti che montano scandali, arresti di massa, denunce massicce che non sortiscono quasi mai effetto perché l’omosesssualità in Egitto non esiste, non è nemmeno considerata reato per il codice penale. In tutto questo la figura dell’onnipresente generale al’ Sisi è assente. Un caso.
Le ultime risorse delle omofobe forze dell’ordine egiziane sono quelle di insinuarsi nei gruppi Whatsapp, in Grindr – come prima in Facebook e Twitter – con dei falsi profili e dando falsi appuntamenti, per poi arrestare i malcapitati che sono caduti nella trappola accusandoli di avere avuto rapporti gay o di averli adescati, o semplicemente di essere gay, fatto che procura la morte sociale nel paese, se non quella fisica.
Per mettere in guardia gli utenti le app Grindr e Hornet si sono premunite di avvisi in arabo che vengono inviate agli utenti per avvisarli del pericolo, ma molti di loro – avvisano utenti delle app – non riescono a sfuggire alle trappole che spesso sono l’anticamera di vessazioni, umiliazioni, titoloni sui quotidiani con nomi e cognomi e, anche nel caso della quasi certa assoluzione, la sparizione in vita dalla società civile con perdita del lavoro e delle famiglie. Nel frattempo le autorità continuano a fomentare tra i cittadini con annunci come quelli che inneggiano al controllo della sessualità degli stranieri che entrano nel paese, o i falsi scoop con gruppi di 60 o 70 persone scoperte a fare sesso tutte insieme in pubblici hammam come se in un paese come quello ci fosse chi ha il coraggio di mettere in scena un’orgia in un bagno pubblico.
(1 novembre 2017)
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