di Giancarlo Grassi, twitter@gaiaitaliacom
Mariano Rajoy, il primo ministro spagnolo che non gode di nessunissima autorevolezza in Catalogna e di ancor minore popolarità, ha fatto il passo del grande statista e si è rivolto direttamente ai cittadini catalani – in Castigliano – dicendo: “Si a alguien se le cita para acudir a una mesa electoral, que no vaya, porque no puede haber referéndum y sería un acto absolutamente ilegal”, cioè “se a qualcuno si da’ un appuntamento affinché si rechi ad un tavolo elettorale non vada, perché non può esserci nessun referendum e sarebbe un atto assolutamente illegale”. E’ la risposta del governo di minoranza del PP spagnolo al referendum catalano del 1 ottobre che si terrà nonostante i proclami di Mariano Rajoy, le proibizioni della Corte, le ingiunzioni dei tribunali. Si starà attrezzando per arrestare i catalani che decidano di essere scrutatori? Sarebbe gravissimo.
Un milione di persone alla festa catalana chiamata Diada, la “Festa Nazionale” della Catalogna, secondo le forze di sicurezza di Barcellona, ridotte a trecentomila dalle autorità spagnole, per un dato che i quotidiani internazionali hanno fissato in cinquecentomila persone.
Il governo centrale spagnolo, per bocca del peggior primo ministro della sua storia, conta sul fatto che i Sindaci decidano di aprire o no i municipi per le votazioni e contano particolarmente sulla Sindaca di Barcellona, sperando che non consenta la consultazione. I toni sono minacciosi, un po’ franchisti, in pieno stile PP, e la domanda non riguarda più quando e se il referendum si farà, ma cosa pensa di fare Mariano Rajoy qualora al referendum il “Sì” vinca. Se avvenisse la proclamazione d’indipendenza, a meno di una scellerata decisione di militarizzare l’indomabile Catalogna, non resterà alla Spagna ed al potere centrale che prendere atto della decisione e dare l’avvio ai negoziati. Qualora fosse il “No” a vincere, il problema si risolverebbe da sé.
Se invece il primo ministro che è tale perché il mercato non offre di meglio, dovesse trovare la maniera di impedire il referendum spingerebbe ancor di più la Catalogna, ed i catalani, verso la decisione di separarsi dalla Spagna, ed una nuova proclamazione d’indipendenza sarebbe dietro l’angolo.
(13 settembre 2017)
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