di Daniele Santi
Dunque Germania e Francia, insieme all’Italia, trovano l’ennesima soluzione per fermare il flusso di migranti (traffico di esseri umani, se decidessero una volta per tutte di chiamare le cose col loro nome) e tra le misure elette destinano non si sa quanti milioni di euro alla Libia, l’ennesima iniezione di denaro che non si sa a chi finirà, o meglio si sa benissimo, per stimolarla ad un maggiore controllo delle sue coste e dei flussi di migranti. La notizia relativa ai nuovi finanziamenti alla Libia, dopo essere apparsa nella tarda serata di ieri sui quotidiani online, è sparita e non ve n’è più traccia. Che sia un ripensamento? Molto meglio così. Ma ne dubitiamo.
Ciò che resta per il momento sembra essere l’ennesima ipotesi di accordo sulla questione tra Italia, Francia e Germania della quale riferiscono con i soliti toni entusiastici e dovizia [sic] di particolari le testate italiane mentre quelle di Francia (appena un trafiletto su Le Figaro) e Germania non dicono nulla, perché il rapporto con la realtà oggettiva, non quella soggettiva mirata alla gestione del popolino e non all’informazione, è sempre questione personale. “Piena intesa”, dice Gentiloni. Su cosa? Per affrontare con “nuova forza” l’emergenza migranti, in vista della riunione informale dei ministri degli interni dell’Ue giovedì 6 luglio a Tallinn, in Estonia. Quante volte c’è stata “piena intesa”?
Parlano di regolamentazione delle azioni e dei finanziamenti delle Ong e più fondi per consentire alla Libia il controllo delle coste, di “esternalizzazione delle frontiere europee” nel Paese africano. Quindi di un rilancio del piano di ricollocamento, riscrivendone i termini per permettere di sbarcare i migranti in altri Paesi. Quanto andrà in porto, di tutto questo, proprio non sappiamo.
Naturalmente si parla anche di limitare la libertà di movimento delle navi delle Ong, vietandogli l’ingresso in acque libiche. Inoltre le navi delle Organizzazioni non governative potranno spegnere il trasponder di bordo per la localizzazione e fare segnali luminosi; e la ‘regia’ delle operazioni dovrebbe essere riportata in maniera più definita sotto l’ombrello della Guardia Costiera. E poi trasparenza sui finanziamenti ed i soliti bla bla bla che si ha l’impressione vengano sollevati più per creare un polverone che per risolvere un problema che non appare risolvibile con le azioni messe in campo fino ad oggi. E si ha l’impressione, molto più sgradevole, che non ci si voglia proprio rendere conto che ciò che è stato fatto fino ad oggi non è servito a niente e che le continue emergenze – gli Italiani non ne possono più della questione migranti trattata come è stata trattata fino ad oggi – sono tali perché le misure adottate sono inutili e servono più a foraggiare, nostro malgrado, non si sa chi che a risolvere ciò che va risolto.
(Risparmiamo in questa sede i racconti che abbiamo raccolto da più di un migrante sui momenti terribili vissuti in Libia tra carcere, botte, sevizie e violenze – anche sessuali – e trattamenti al limite della tortura, quando non sfociati nella tortura effettiva, perpetrati dai vari gruppuscoli che sui migranti lucrano e sui quali il governo di Tripoli, con il quale si dovrebbero andare a trattare le nuove misure, ha dimostrato di non avere nessun potere)…
Ora insultateci.
(3 luglio 2017)
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