di Giovanna Di Rosa
Insomma i neobalilla del M5S ed i razzisti xenofobi della Lega Nord si sarebbero incontrati su invito di Matteo Salvini poco prima che il M5S facesse saltare la Legge Elettorale: due cuori ed una xenofobia uniti nell’affossare ancora una volta un cambiamento, seppur minimo, nel segno del cambiare tutto a parole e del conservare tutto nei fatti. Secondo quanto scrive Repubblica l’incontro sarebbe avvenuto una decina di giorni fa prima che la trattativa sulla legge elettorale fallisse.
Prontissimi Luigi Di Maio (è dappertutto, dove troverà il tempo per stare in aula come vicepresidente della Camera?) e Davide Casaleggio hanno negato la notizia di un incontro tra lo stesso Casaleggio e il leader della Lega Matteo Salvini. Pronta smentita anche dall’ufficio stampa della Lega Nord che ha precisato che l’incontro non è avvenuto “ma non esclude che in futuro i due possano vedersi”.
Poi il solito intervento misurato e calmo, da vero statista e da uomo che placa gli animi, dell’ex steward del San Paolo eletto a glorie politiche imperiture dal Vate del Sacro Blog: Luigino Di Maio si scaglia contro il quotidiano diretto da Mario Calabrese con nemmeno troppo velate minacce riferendosi al direttore di Repubblica “messo lì da un certo De Benedetti, tessera numero uno del Pd e editore con enormi interessi economici in questo paese. Se doveste mandarci al governo l’Italia avrà finalmente una legge sugli editori e i loro conflitti d’interesse”.
Ed è ancora l’ignoranza di Luigi a sbugiardare l’arroganza Di Maio: Repubblica non percepisce finanziamenti pubblici (è già che ci siamo Gaiaitalia.com non è di proprietà del PD, repetita juvant) e la legge sui finanziamenti pubblici alla stampa, che Di Maio dovrebbe conoscere dato il suo ruolo istituzionale, è molto chiara.
Come ricorda Valigiablu.it possono infatti accedere ai contributi:
- Cooperative giornalistiche che editano quotidiani e periodici;
- Imprese editrici di quotidiani e periodici il cui capitale è detenuto in misura maggioritaria da cooperative, fondazioni o enti senza fini di lucro, limitatamente ad un periodo transitorio di cinque anni dall’entrata in vigore della legge di delega;
- Enti senza fini di lucro ovvero imprese editrici di quotidiani e periodici il cui capitale è interamente detenuto da tali enti;
- Imprese editrici che editano quotidiani e periodici espressione di minoranze linguistiche; imprese editrici, enti ed associazioni che editano periodici per non vedenti e ipovedenti;
- Associazioni dei consumatori che editano periodici in materia di tutela del consumatore, iscritte nell’elenco istituito dal Codice del consumo;
- Imprese editrici di quotidiani e di periodici italiani editi e diffusi all’estero o editi in Italia e diffusi prevalentemente all’estero.
Non possono invece accedervi:
- Imprese editoriali quotate in Borsa.
- Imprese editrici di organi d’informazione dei partiti, dei movimenti politici e sindacali. – Le pubblicazioni specialistiche.
Il Gruppo Editoriale L’Espresso è quotato in borsa il che, Luigi Di Maio dovrebbe saperlo dato il suo ruolo istituzionale, esclude il quotidiano Repubblica dalla possibilità di percepire finanziamenti pubblici. Se non sa nemmeno questo, cosa ci sta a fare alla Camera?
A margine della polemica scatenata dal solito Di Maio, Repubblica conferma l’incontro che sarebbe stato precedentemente confermato da due autorevoli fonti della Lega Nord. Insomma i soliti 5Stelle che se non vogliono scomparire devono cercare le alleanze e non stupirebbe affatto se le cercassero tra le forti braccia [sic] dell’estrema destra xenofoba italiana.
Di seguito il tweet di Di Maio che accusa Repubblica ed alcune risposte ricevute dall’ex webmaster (ne trovate altre a questo link)
(15 giugno 2017)
©gaiaitalia.com 2017 – diritti riservati, riproduzione vietata
Iscrivetevi alla nostra newsletter (saremo molto rispettosi, non più di due invii al mese)