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E certi giornali scoprono la pruderie del “profugo” finito nella “prostituzione di tipo gay”

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Nella foto profughi in marcia verso l’Ungheria dove la polizia di Orban è pronta a pestarli

di Paolo M. Minciotti

 

 

 

 

Ringraziamo il Gazzettino, perché grazie ad un articolo dello scorso 5 marzo scopriamo che oltre alla cosiddetta “prostituzione di tipo gay” esiste anche lo “pseudo giornalismo di tipo becero”, o imbecille che dir si voglia. L’articolo non scopre certo l’acqua calda, basterebbe avere fatto un minimo di ricerca sulla questione, senza affidarsi alla sindrome da buco della serratura della camera da letto altrui, per scoprire che ogni fenomeno migratorio ha portato con sé episodi di prostituzione maschile ed anche femminile. E’ stato così in passato e lo sarà in futuro.

 

Usando il linguaggio del Gazzettino ne deriverebbe che esisterebbero due tipi di immigrazione che, suo malgrado, decide di prostituirsi (per piacere o per necessità): la prostituzione di “tipo gay” e quella di “tipo etero”, ed in entrambi i casi se c’è un’offerta significa che c’è una richiesta, ed essendo l’Italia un paese composto da un elevato numero di portatori (in)sani di repressione sessuale che pur di “trasgredire” – al Gazzettino questa parola deve piacere molto – è disposta a pagare il sesso e le relazioni che non ha il coraggio di cercare alla luce del sole. Suggeriamo all’illuminato quotidiano di indagare – è sempre la “categoria migratoria più debole”, cioè gli ultimi arrivati, quella che ricorre alla prostituzione, per evidenti ragioni di necessità (e se vi ricorre è perché c’è gente che paga). Se poi ci si volesse soffermare, oltre che sulle “cose gay” che a certe giornalismi da due scudi piacciono tanto, anche su fenomeni come la prostituzione maschile al servizio di donne facoltose piantandola, una volta per tutte, insieme a quei poveracci de Le Iene, di fare del finto sensazionalismo ad uso genitale per repressi sessuali, ne guadagnerebbe il paese, il giornalismo e, last but not least, la decenza (quella intellettuale, della quale c’è così tanto bisogno).

 

Va sottolineato che si evince, dalle poche righe pubblicate prima di dover pagare (pagare?) per leggere tutto l’articolo, che potrebbe esserci anche la presenza del racket della prostituzione, sulla quale presenza le forze dell’ordine starebbero indagando, ma è proprio scritto tra le righe tra i famosi “potrebbe”, “sarebbero”, “farebbero” e via “fintoscandalizzando”.  Bisogna essere dotati di una grande buona volontà per leggerl, quella possibile presenza del racket. La precedenza è sempre data ai toni bordellistici. Ed è vergognoso.

 

 

 

(7 marzo 2017)

 

 

 

 

 

 

©gaiaitalia.com 2017 – diritti riservati, riproduzione vietata

 

 

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