di Vittorio Lussana twitter@vittoriolussana
A prescindere dallo ‘sdegno’ per i vigili urbani di Roma, quelli che si sono dati malati ‘in massa’ durante la notte di Capodanno del 2014, il fatto che risultino indagati 25 medici che avrebbero stilato i vari certificati di indisposizione rappresenta un fatto a dir poco ridicolo. Anche questi dottori, che erano di ‘turno’ tra il 30 e il 31 dicembre, stavano sostituendo i medici titolari, i quali avevano chiesto loro il ‘favore’ di rilasciare le distinte attestazioni ‘formali’ di malattia garentendo le numerose diagnosi ‘sostanziali’. Insomma, i medici perseguiti e coinvolti non sono nemmeno quelli ‘giusti’. Perché a Roma, non c’è soltanto il corpo dei ‘pizzardoni’ e quello delle Asl da condannare penalmente, ma anche quello di giudici, avvocati, magistrati, autisti dell’Atac e Metrebus, spazzini dell’Ama, mafie e mafiette, l’intera famiglia Casamonica presa nel suo complesso. Il vero problema capitolino è che sono stati ‘mandati avanti’ i ‘peggio’, in quasi tutti i settori. E riuscire a trovare una persona seria è divenuto, ormai, uno sforzo impossibile. I fattori di degenerazione della società capitolina non derivano, tuttavia, soltanto dal clientelismo politico: negli ambienti professionistici della ‘città eterna’, un gravissimo danno lo hanno generato soprattutto certi ‘baroni’ universitari, i quali hanno laureato ‘laqualsiasi’, senza accertare l’effettivo processo di apprendimento e di ‘nutrimento’ culturale di ‘adepti’ e ‘discepoli’. Il mondo universitario italiano è l’ambiente che più di tutti si avvicina a quello delle ‘sette sataniche’, con veri e propri riti di ‘iniziazione’, giuramenti di fedeltà, rivalità accademiche al limite del ‘duello’ ottocentesco. Il sistema di selezione dei nostri ‘baroni’ e ‘signorotti’ accademici potrebbe anche essere ‘istituzionalizzato’, volendo. Ma il vero problema è che proprio non funziona, poiché favorisce una cultura ‘giustificazionista’, una ricerca continua di ‘scorciatoie’, la superficialità e l’individualismo qualunquista. Per farla breve, la nostra classe politica non è colpevole di tutto, come erroneamente si crede: i ‘danni’ peggiori sono stati causati anche da tutte le altre categorie del nostro cosiddetto ‘ceto dirigente’. Un processo degenerativo in piena azione, ancora oggi. Persino in questo preciso momento.
(8 dicembre 2016)
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