di Giovanna Di Rosa
Dunque il Gran Sacerdote della Setta a 5Stelle ha proferito l’ennesimo spudorato verbo teso a nascondere, con il solito polverone, i guai e le onestissime coerenze a 5 Stelle. Parliamo dell’uomo che ha fondato un partito dentro un blog e un’associazione con il proprio nipote e commercialista e che accusa mezzo mondo di non pagare le tasse avendo usufruito di due condoni; dell’uomo che parla di “serial killer” essendo stato condannato per omicidio colposo; dell’uomo che dice di non essere un politico e fa proclami alla nazione ad uso e consumo degli annunci pubblicitari sul suo blog. Parliamo del leader della setta di incolti che è a favore delle purghe e delle epurazioni basta che lo dica il blog, e che patteggiò nel 2003 una causa per diffamazione aggravata mossagli da Rita Levi Montalcini, che diffamò la Fininvest a mezzo stampa in un articolo del 2004 e che nel 2013 venne condannato dalla Corte di Cassazione per aver diffamato l’ex sindaco di Asti e parlamentare di Forza Italia, Giorgio Galvagno definito “un tangentista”, durante uno spettacolo al Teatro Alfieri di Asti, e che nel 2015 è stato condannato in primo grado, dal Tribunale di Ascoli Piceno per diffamazione aggravata nei confronti di Franco Battaglia, professore dell’Università di Modena. Insomma, uno da invidiare il leader del partito che non c’è ma solleva polveroni come se esistesse. Uno che non si fa mancare nulla. E non fa mancare nulla nemmeno a noi.
Ed è, non certo casualmente, proprio nel giorno in cui si scatena un nuovo putiferio sulla questione delle firme false di Palermo, eccolo il politico che non è un politico, il condannato che non è in Parlamento – e che accusa tutti gli altri che ci sono di essere dei disonesti – è scatenato in un’altra delle sue sceneggiate ad uso e consumo di Grillology.
Del resto la questione delle false firme palermitane rischia di essere una storia proprio seria: intanto tra le firme falsificate c’è anche quella di Fabio Trizzino, ingegnere, marito di Lucia Borsellino, figlia del giudice ucciso dalla mafia, che ha dichiarato di non aver firmato a sostegno di liste per le elezioni. A questo proposito il quotidiano La Stampa scrive che Trizzino “ha ricordato di avere apposto una sottoscrizione a sostegno del referendum abrogativo della legge di privatizzazione dell’acqua. Sarebbe dunque un nuovo caso – anche un legale e un commercialista hanno raccontato la stessa cosa – che complica la vicenda delle firme false. Inizialmente l’inchiesta, infatti, aveva ipotizzato che per sanare un errore fossero state copiate centinaia di firme realmente apposte a sostegno della lista, ma secondo il racconto di alcuni testimoni ci sarebbero anche l’uso fraudolento di sottoscrizioni rilasciate in occasioni che nulla avevano a che fare con le elezioni”.
Trizzino non c’è andato giù leggero: “Se si arriverà a un processo mi costituirò parte civile perché l’usurpazione di una firma è una cosa gravissima”. L’indagine può contare su tre testimoni chiave e su centinaia di disconoscimenti; in settimana dovrebbero cominciare gli interrogatori degli indagati che sarebbero una decina. Tra loro anche un cancelliere del tribunale e alcuni deputati nazionali dei Cinque Stelle. Grande è la loro coreneza ed onestà.
(21 novembre 2016)
©gaiaitalia.com 2016 – diritti riservati, riproduzione vietata
Iscrivetevi alla nostra newsletter (saremo molto rispettosi, non più di due invii al mese)
